Agguati mortali di camorra effettuati sotto telecamere “ornamentali” da sempre, devastazione costante del perimetro esterno del Mav (Museo Archeologico Virtuale), atti di teppismo quotidiani: ebbene non sono bastati questi validi “argomenti” ad avviare inchieste interne da parte del governo cittadino.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Strazzullo si è decisamente schierata in difesa della legalità e del vivere civile ma sono ancora tanti gli interrogativi scottanti a cui dare una risposta nel rispetto della dignità e dell’intelligenza del popolo ercolanese.
I disservizi non si contano: dalla quanto meno approssimativa gestione dell’area cimiteriale (con tanto di storiche barriere architettoniche per i disabili) alla caserma dei carabinieri ultimata e sequestrata in tempi record in località Miglio d’Oro (già via Doglie) Ercolano sembra inspiegabilmente accorgersi del marciume che la circonda solo quando tale melma viene evidenziata dal politico del momento.
Per non parlare dell’assenza della lavagna identificativa all’ingresso del cantiere della nuova caserma dei carabinieri situata a ridosso dell’ex comando vigili a pochi passi dal sito archeologico locale. Ne seguono ovviamente rogne con la sovrintendenza ma evidentemente posata ancora una volta la “prima pietra” della struttura per chi governa Ercolano va bene così.
La gente onesta guarda alla magistratura con fiducia: è forse venuto il momento per la Giustizia di occuparsi di questioni non direttamente legate al crimine violento, di smascherare i “colletti bianchi” che per decenni hanno fatto il bello e cattivo tempo in paese vivendo ai margini dello stesso sistema malavitoso che oggi in tanti dicono di combattere.
E’ legittimo infatti chiedersi dov’erano questi signori “ieri”, quando l’unico suono udibile a Ercolano era quello dei proiettili esplosi dalla camorra.
Alfonso Maria Liguori