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Allarme sicurezza alla frazione di San Vita a Ercolano: “siamo cittadini di serie B”

corso Italia ErcolanoAllarme sicurezza a Ercolano per la salita che dalla frazione San Vito conduce al Vesuvio. Avevamo più volte affrontato la delicatissima questione, fatto nostri appelli mossi da residenti esasperati di San Vito in merito alla scarsa presenza di forze dell’ordine sul posto ma ad oggi nulla si è mosso per quanto meno arginare un’emergenza che rischia di divenire endemica.

Furti e rapine spesso non denunciate per omertà si susseguono ad un ritmo impressionante : i cittadini avevano chiesto all’amministrazione comunale un presidio fisso di polizia locale, l’installazione del servizio di videosorveglianza ma tali sacro sante rivendicazioni sono rimaste miseramente inevase.

Il consigliere comunale Maria Grazia Prillo, attualmente facente parte del gruppo autonomo, all’epoca della sua militanza nell’UDEUR aveva provocatoriamente chiesto la scissione di San Vito da Ercolano, ovvero l’autonomia di una frazione da sempre considerata dal palazzo di città di serie B nei confronti delle zone più centrali del paese. Inspiegabilmente a tale intelligente provocazione non sono seguite poi azioni coerenti con la Prillo talmente in sintonia con la politica del governo locale guidato dal sindaco Vincenzo Strazzullo da salvare insieme al collega consigliere Raffaele Simeone con il proprio voto in aula consiliare la stessa amministrazione.

Misteri ercolanesi: tanti, troppi arcani all’interno di un territorio che fatica vistosamente a trovare credibilità e spessore agli occhi del palinsesto turistico internazionale. Ad Ercolano tutto è “fai da te”, legato strettamente all’appartenenza o meno a politici potenti e ben ramificati in Regione ( quando non addirittura in parlamento o senato): le poche briciole che sfuggono a questo controllo serrato finiscono con l’essere contese da società minori e faccendieri pronti a tutto pur di sbarcare il lunario. Francamente un po’ misera questa scenografia per ospitare uno dei patrimoni mondiali dell’UNESCO.

Alfonso Maria Liguori

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