Alla funzione religiosa, annunciata con manifesti del Comune, hanno partecipato soprattutto famiglie di ucraini portando, come è loro tradizione, il cestino contenente vivande e dolci da far benedire prima di consumarli. Ad accoglierli in chiesa i rappresentanti dell’associazione San Ciro ed il dott. Luigi De Simone, che ha portato i saluti dei Commissari Anna Nigro e Giuseppe Amore.
Mediante letture e melodie di canti condotti da un coro di quattro elementi senza accompagnamento musicale, è stata celebrata la Pasqua Ortodossa, conclusa come tradizione con la benedizione dei fedeli e dei cestini con abbondanti spruzzi di acqua santa, nonché con il dono dell’Ente di classiche colombe pasquali.
“Abbiamo ritenuto importante dare continuità al progetto già avviato e finanziato dalla Provincia di Napoli – dice il Commissario Straordinario, dott.ssa Anna Nigro – per la cooperazione internazionale, il dialogo, la solidarietà e la conoscenza reciproca. Celebrare la Pasqua ortodossa è un modo molto incisivo di testimoniare la volontà di accogliere gli immigrati e favorire l’integrazione”.
La cittadina vesuviana ha così continuato il percorso iniziato lo scorso anno a favore degli stranieri in regola presenti in paese: un convegno dal titolo “ero straniero: accoglienza o diffidenza? comunque una risorsa”, cui parteciparono i consoli della Polonia, dott. Dario Dalverme e dell’Ucraina, dott. Leonid Damaretskyi, al fine di cooperare nell’elaborare idee e progetti a favore di una politica di accoglienza dei circa 500 rumeni, ucraini e polacchi, che risiedono regolarmente e lavorano da anni a Sant’Anastasia e nei paesi del circondario; la prima celebrazione della Pasqua Ortodossa e l’evento dal titolo “ero straniero… incontriamoci in piazza”, realizzato nel maggio 2013.
“Quest’anno ci uniti certamente di più il fatto che la festività pasquale è caduta nello stesso giorno per cattolici e ortodossi – dice Luigi De Simone – ed abbiamo potuto condividere realmente l’evento della resurrezione. E’ stata una celebrazione particolare e la loro gioia era sentita; considerando poi che sono lontani dalla loro terra e dai parenti, è da sottolineare la loro disponibilità ad integrarsi pienamente nella nostra comunità”.