“Accogliendo la proposta del Presidente della Pro Loco dell’Arco, Ciro Fiore, abbiamo individuato nel terreno di proprietà comunale sito in via Madonna dell’Arco, allo stato incolto ed abbandonato, il luogo adatto alla realizzazione di orti sociali – spiega il Commissario Straordinario, dott.ssa Anna Nigro – mediante un progetto sperimentale di valorizzazione dell’agro alimentare locale e di tutela dei valori associativi, destinato alla coltivazione da parte di anziani per ottenere prodotti agricoli a scopo benefico e di autoconsumo”.
Un apposito disciplinare, redatto a cura del responsabile dell’Ufficio Patrimonio, arch. Luigi Pappadia, prevede le seguenti clausole: la durata della concessione in comodato d’uso gratuito alla Pro Loco dell’Arco dei 3400mq di terreno non è superiore a due anni; l’assegnazione dei singoli orti è destinata a persone con pensione sociale e/o non occupate, nonché ai diversamente abili; gli assegnatari devono essere cittadini di Sant’Anastasia non proprietari di terreni. I lotti in cui sarà diviso il terreno comunale non saranno superiori a 100 mq e l’area sarà dotata di almeno un bagno chimico e di un ripostiglio per gli attrezzi.
Negli orti è consentita la coltivazione esclusivamente di ortaggi, piccoli frutti (lamponi, mirtilli, fragole, ribes…) e fiori. E’ vietata la piantumazione di alberi di qualunque genere ed i residui vegetali che si intendono trasformare in compost dovranno essere depositati in apposite compostiere o interrati nel proprio orto.
Ciascun anziano dovrà coltivare il suo orto direttamente e con continuità, escluso il periodo delle vacanze, dovrà garantire cura e ordine, mantenendo il terreno naturale anche negli spazi comuni, che possono essere dotati di percorsi interni fatti di ghiaietto o ciottoli di fiume.
“Questo progetto è una novità ed un’opportunità per gli anziani – dice il geom. Raffaele Coccia, esperto e consulente ambientale della pro-loco – ed inoltre sugli orti in questione saranno realizzati le analisi del terreno per certificare la bontà dello stesso, in modo da poter usufruire della legge Regionale sul “Marchio di Qualità Sanitaria Ambientale, Agroalimentare e dell’Allevamento”, istituito dalla Regione Campania in collaborazione con l’Istituto Zoo profilattico Sperimentale del Mezzogiorno, diretto a Portici dal Prof. Antonio Limone”.
Il Parco Tortora Brayda, noto come il boschetto, ecosistema importante per la sopravvivenza di specie avicole, custodisce da anni 94 esemplari di lecci, 7 allori, 6 querce caducifoglia e 3 platani, taluni dei quali risalgono all’epoca del Real Orto Botanico e del Parco di Capodimonte di Napoli. L’annessa villa Tortora Brayda risalente al 1700, già in passato, grazie all’opera del Prof. Marco Monticelli, divenne luogo di emancipazione sociale e di sostegno delle classi meno abbienti.
“Abbiamo, come pro loco, investito impegno nel progetto e nella realizzazione, perché crediamo – dice il Presidente Ciro Fiore – nell’utilità sociale ed economica dei piccoli orti coltivati dai nostri anziani. Il Prof. Monticelli, infatti, proprio nei giardini della villa, organizzava spesso banchetti per persone in difficoltà della zona, oltre ad istituire un piccolo fondo per aiutare le ragazze più povere ad affrontare le spese del matrimonio. Creare gli orti sociali nel Parco Tortora Brayda è anche un modo per tenere vivo questo impegno verso le fasce più bisognose della popolazione”.