Le ecomafie non si fermano, roghi di pneumatici: scatta l’inchiesta

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Le ecomafie non si fermano, cambiano solamente le zone di interesse. Bruciare rifiuti nei Comuni che sono entrati a far parte della “Terra dei Fuochi”, dei suoi protocolli e delle sue iniziative per il controllo del territorio, è diventato difficile e pericoloso. Meglio depositare il materiale e poi appiccare i roghi al di là di quella linea rossa.

Lì dove c’è un’intera zona collinare, tra boschi e rivi, dove non c’è troppa attenzione, non c’è l’Esercito a presidiare il territorio. È quanto starebbe accadendo a Castellammare dove le forze dell’ordine hanno già aperto un fascicolo d’indagine. In maniera fin troppo “sistematica” in pochi giorni ignoti hanno prima sversato centinaia di pneumatici in decine di punti tra via Quisisana, via Pantanella e via Fratte e poi appiccato incendi per disfarsene.

Ne sono scaturite colonne altissime di fumo nero e denso: una scena molto simile a quelle che da mesi rimbalzano sulle cronache per l’emergenza dei roghi di rifiuti tossici tra Napoli e Caserta. In via Fratte i vigili del fuoco hanno evitato il peggio per un soffio, ma non è andata meglio al rione Savorito presso l’ex stabilimento dell’Aranciata Faito dove il fumo degli pneumatici incendiati è giunto fino in località Rovigliano, al confine tra Torre Annunziata e Pompei.

“La questione non va sottovalutata”, ha spiegato il naturalista Ferdinando Fontanella che ha lanciato l’allarme. I carabinieri della compagnia di Castellammare hanno aperto un’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti speciali che sta trasformando i boschi di Quisisana in una discarica a cielo aperto. Se lo smaltimento costa molto, come nel caso degli pneumatici, può capitare che ci sia qualcuno disposto ad offrire il servizio ad un prezzo molto più basso rispetto alle normali piattaforme. Persone che caricano camion di rifiuti che provvedono poi a sversare in maniera particolare, ovvero inondando la zona collinare di Castellammare di spazzatura di ogni tipo. I carabinieri hanno ricevuto diverse segnalazioni nei giorni scorsi riguardo il transito di camion zeppi di pneumatici, e sono ora sulle tracce di responsabili materiali e mandanti.

“C’è pochissima vigilanza – ha spiegato Fontanella – e gli sversamenti avvengono di notte. Mi appello ai commercianti: non affidatevi ai criminali che distruggono l’ambiente e il futuro di tutti”. Nelle scorse settimane militari e nucleo ambientale della polizia municipale hanno verificato la presenza di quintali di pneumatici apponendo i sigilli a decine di discariche abusive. Ma il ripristino dello stato dei luoghi si è fatto attendere, i malviventi no: incendiando gli sversatoi si fa spazio e si possono effettuare nuovi viaggi. Le autorità stanno monitorando flussi e traffici sulla base dell’ipotesi che la Terra dei Fuochi si stia spostando, che l’attività sia stata in parte delocalizzata e che sia stata ereditata dalle organizzazioni criminali egemoni sul territorio.

Negli ultimi giorni il fenomeno ha subito una recrudescenza dopo i primi segnali allarmanti della scorsa estate quando i piromani hanno incendiato più volte i cumuli di rifiuti facendo scattare l’allarme igienico-sanitario nelle aree colpite dai roghi. Le forze dell’ordine hanno individuato nuove “bombe ecologiche” a Castellammare e nei Comuni limitrofi, ma a preoccupare maggiormente sono le zone alte della città delle acque e in particolare la strada che dai boschi di Quisisana conduce al monte Faito. È qui che i carabinieri non molto tempo fa hanno individuato una discarica di materiale edile posata su un versante della collina di Quisisana, lunga circa 70 metri, con un fronte di oltre 20 metri, e contenente oltre 3mila metri cubi di rifiuti di ogni genere.

Francesco Ferrigno

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