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Marigliano, la bonifica fantasma di via Lagnuolo

lagnuolo

Sono una vera e propria vergogna nazionale le bonifiche fantasma di Marigliano, in provincia di Napoli. Mentre le istituzioni nazionali e regionali continuano a ignorare lo scempio del territorio nolano, la località “via Lagnuolo”, a Marigliano, contaminata da diossine e furani, aspetta dal 2003 ancora un risanamento ambientale.

Il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi di Maio, ha presentato sulla drammatica vicenda un’interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri dell’ambiente Galletti, della salute Lorenzin e al ministro delle politiche agricole Martina.

Il portavoce del Movimento Cinque Stelle, con l’importante atto ispettivo chiede ai dicasteri del Governo Renzi di chiarire sull’intricata trama di scellerati ritardi, speculazioni e malgoverno in cui, a farci le spese, sono sempre e comunque i cittadini di Marigliano che continuano ad essere esposti a tutta una serie di veleni mai rimossi, pericolosissimi per la salute, per l’agricoltura e l’ambiente. Insomma per i cittadini mariglianesi oltre al danno c’è anche la beffa.

Di seguito l’atto presentato da di Maio.

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04557
presentato da
DI MAIO Luigi
seduta n. 214
LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
la località «via Lagnuolo» nel comune di Marigliano (Napoli) è una delle aree della Campania a più alta criticità ambientale;
nel 2003, a seguito di indagini condotte dall’Agenzia regionale di protezione ambientale della Campania (ARPAC) in alcune zone del vasto territorio comunale di Marigliano (Faibano, Starza, via S. Barbara, via Sentino e via Lagnuolo), fu accertata una pericolosa contaminazione da diossina per l’altissima concentrazione di diossine, furani e PCB negli strati superficiali di terreno, nel sottosuolo e persino nell’erba;
nel 2005 la zona di via Lagnuolo nel comune di Marigliano (Napoli) fu inserita nel piano regionale di bonifica e dal 2006 fu compresa nel SIN (Siti da bonificare di interesse nazionale) «Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano» con il codice 3043C016 poi successivamente modificato in 3043A016, matrici inquinate Sottosuolo, con un indice di rischio pari a 37,40;
a distanza però di quasi nove anni dalle indagini, i necessari interventi per la messa in sicurezza d’emergenza del sito, previsti dal piano di bonifica regionale e poi dal SIN, non sono stati né progettati né realizzati;
il protrarsi di questa pericolosa situazione ha arrecato danni gravissimi all’ambiente, all’agricoltura e alla stessa salute dei cittadini di Marigliano che, da lunghissimo tempo, sono costretti a subire sulla propria pelle gli effetti devastanti di questo disastro che ha raggiunto nel cosiddetto «triangolo della morte» (Marigliano, Acerra, Nola) proporzioni da genocidio silenzioso –:
se i Ministri interrogati siano al corrente della forte concentrazione di diossine e furani ed altre sostanze potenzialmente nocive nel suolo e nel sottosuolo dell’area di via Lagnuolo a Marigliano (Napoli);
se non ritengano di dover chiarire le ragioni di ritardi, condotte omissive, inefficienze e responsabilità relative alla mancata bonifica dei suoli contaminati nonché del mancato ripristino ambientale dell’area;
se siano state effettuate le indispensabili operazioni di perimetrazione, segnalazione dei pericoli, caratterizzazione e isolamento dei terreni contaminati da diossine e furani;
se siano stati installati i necessari sistemi per la cattura e il trattamento del percolato liquido e il vapore acqueo dei terreni inquinati;
se non ritengano opportuno effettuare, considerato il lungo tempo di degradazione, ulteriori campionamenti e misurazioni su tutta la località Lagnuolo a Marigliano e delle zone immediatamente contermini;
se non ritengano di dover avviare un monitoraggio capillare del suolo e del sottosuolo su tutto il territorio del comune di Marigliano (Napoli) per individuare l’eventuale presenza di altre sostanze tossiche o nocive e valutare i potenziali rischi per l’ambiente, la salute umana e le attività agricole. (4-04557)

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