Sabato 3 maggio alle ore 18presso l’Auditorium degli Scavi di Pompei avrà luogo la conferenza “Le lettere di Plinio, un caposaldo nella storia della vulcanologia”, tenuta dal Prof. Giuseppe Luongo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università “Federico II” di Napoli.
La vulcanologia è una scienza moderna e complessa, specialmente per le difficoltà a comprendere e gestire fino in fondo i fenomeni naturali. Lo studio dei vulcani ha, però, origini molto antiche. L’antica Campania Felix era sovrastata dal Vesuvio, considerato quasi un gigante buono, protettivo piuttosto che pericoloso. Ma la furia della natura, come è noto, non ha risparmiato le antiche città vesuviane nel 79 d.C.
E’ possibile ricostruire ogni attimo di quell’eruzione, grazie alle fonti archeologiche ed alla dettagliata descrizione di Plinio il Giovane che, in due lettere a Tacito, narra la storia della fine dello zio, Plinio il Vecchio, ammiraglio della flotta misenate ed esperto naturalista. Plinio il Vecchio partì da Miseno a bordo di una quadriremi diretto a Stabia, da dove avrebbe potuto osservare lo straordinario fenomeno, ma rimase vittima della furia della natura.
La lettura e l’analisi delle lettere di Plinio rappresentano quindi una fonte importantissima per lo studio dei fenomeni vulcanologici, visti attraverso gli occhi di un uomo di duemila anni fa.
L’Associazione Internazionale “Amici di Pompei”, che sostiene l’iniziativa, fu fondata da Amedeo Maiuri allo scopo di promuovere “la migliore conoscenza di Pompei, l’incremento degli studi e degli scavi pompeiani, nonché la conservazione dei monumenti dell’antica città”. L’Associazione, presieduta dal noto archeologo e accademico dei Lincei prof. Fausto Zevi, organizza convegni e conferenze su temi inerenti all’arte ed all’archeologia, con uno sguardo puntato su Pompei e sulla sua affascinante storia, ancora tutta da raccontare.
Agnese Serrapica