Migliaia di fedeli a Pompei per la Supplica

Sole pieno e bagno di fedeli per la Supplica. Centinaia di persone hanno affollato il sagrato antistante il pontificio santuario, fin dalle prime luci dell’alba. A presiedere la recita della preghiera dedicata alla Vergine del Rosario e scritta nel 1883 dal beato Bartolo Longo, S. Em.za  Pietro Parolin, segretario di stato di Papa Francesco. E proprio il giorno prima, in occasione dell’udienza generale in piazza S. Pietro, il pontefice aveva ricordato l’appuntamento del 8 maggio a Pompei.10269466_457303697749308_2377679241790868868_n

Queste le parole che Sua Santità aveva pronunciato: “Domani la Chiesa eleva la preghiera della Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei. A quel celebre santuario si recherà il segretario di stato, il cardinale Parolin; invito tutti ad invocare l’intercessione di Maria, affinché il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero. Affido in particolare alla nostra Madre i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli che oggi sono qui presenti, ed esorto tutti a valorizzare in questo mese di maggio la preghiera del santo Rosario”.

Come di consueto la messa preparatoria alla recita della Suppilca è stata officiata sul sagrato antistante la basilica. Iniziata alle ore 10.30, essa si è aperta con i saluti di S.E. mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio. Il vescovo ha rivolto un deferente saluto alle autorità civili e militari, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e alle centinaia di fedeli giunti in città.

La Supplica del 8 maggio, quest’anno, ha coinciso con il 75° anniversario della dedicazione della basilica. Ricorrenza speciale che mons. Caputo ha così ricordato: “Siamo raccolti davanti a questo santuario, del quale due giorni fa, il 6 maggio, abbiamo ricordato il 75° anniversario della solenne dedicazione, dopo i lavori di ampliamento degli anni Trenta del XX secolo. Il 6 maggio 1939, il card. Luigi Maglione, segretario di stato di Papa Pio XII, benedisse il nuovo santuario, voluto da Maria, costruito grazie alla fede del beato Bartolo Longo ed ampliato per poter accogliere il sempre più crescente numero dei fedeli”.

Al centro del discorso di mons. Caputo, il santo Rosario, la “dolce catena che rannoda a Dio”, realtà pulsante di carità verso gli ultimi e gli emarginati. Preghiera di speranza universale, di amore caritatevole, a proposito della quale il delegato pontificio ha sottolineato: “Il nostro fondatore, il beato Bartolo Longo, volle fare di Pompei la cittadella dell’amore fraterno, il luogo per offrire solidarietà e riparo agli esclusi e agli “ultimi della fila”. Oggi, dopo 130 anni, continuiamo ad accogliere orfani, figli di detenuti, vittime del disagio familiare e sociale, ragazzi sfortunati provenienti da nazioni di guerra o in grave sottosviluppo”.

Pompei nel segno del carità. Questa la nota di fondo ripresa anche nel discorso pronunciato da S. Em.za Pietro Parolin. Così, il segretario di stato del pontefice: “A Pompei la preghiera, la corona del Rosario di cui si è fatto fondatore Bartolo Longo, si è calata in una realtà che parlava d’altro. Parlava di miseria e di abbandono, di ingiustizia e di sopraffazione. La carità ha aperto le porte, anzi le ha spalancate alla speranza, dando vita ad un’era nuova”.

Professare la fede, metterla in pratica amando il prossimo ed essere luce per il mondo. Questi i tre punti carichi di significato, racchiusi nel messaggio che il cardinale Parolin ha affidato alla folla dei fedeli. Alle ore 12.00 il momento topico: la recita della Supplica.

La  mattinata si è conclusa sulle note del complesso bandistico “Bartolo Longo – Città di Pompei”. Nel pomeriggio poi, la visita del cardinale Parolin alle opere di carità del santuario presenti sul territorio.

Marianna Di Paolo

 

 

 

 

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