«La bellezza delle cose sta nella mente di chi le contempla», sulla scia di questo adagio, possiamo dire che per chi visita per la prima volta la Dalmazia, parte centro meridionale della Croazia, c’è sempre qualcosa da vedere e da scoprire soprattutto d’estate quando il mare incontaminato è a disposizione dei vacanzieri. Spalato in particolare conquista con il tipico temperamento meridionale dei suoi abitanti e con la sua ottima offerta turistica. Il principale porto croato è lungo la marina, da qui partono i maggiori collegamenti di traghetti per l’Italia e per le isole della Croazia.
Anche l’aeroporto di Spalato è ben collegato a Roma grazie alla compagnia di bandiera Croatia Airlines (www.croatiaairilines.com) che in un’ora ogni giorno permette di raggiungere Spalato. “Andiamo alle Bacvice”, si canta ancora oggi qui a Spalato (in croato Split). Si tratta di un allegro inno allo stabilimento balneare, aperto nel 1919, collocato su una spiaggia di sabbia al centro della città, che può accogliere anche diecimila bagnanti. Con il manifestarsi delle maree primaverili, Le Bacvice diventano la Copacabana locale. Immediatamente a ridosso della baia c’è l’antico Hotel Park, costruito nel 1921, quale primo albergo a quattro stelle in città, rinomato sia per essere stato scelto in occasione di eventi storici, come la firma della resa d’Italia, sia per il ristorante “Bruna”, dove il maitre si esibisce a richiesta del cliente nella preparazione della specialità della casa, un’ ottima carne alla tartara.
Sul litorale è nata la passione per il rugby e ancor oggi, sia d’estate che d’inverno, si gioca a “picigin”, una sorta di calcetto in riva al mare. Per chi è alla ricerca di un po’ d’ombra la potrà trovare nelle piazzette della parte antica della città, dove non mancherà la musica tradizionale, spesso eseguita, soprattutto in alcuni angoli del Palazzo di Diocleziano, da coristi che cantano “a cappella”. Come ben diceva della città lo scrittore inglese Robert Adam nel 1764: «Spalato non è grande come la maggioranza delle città dalmate, ma malgrado lo spazio ristretto, di gran lunga supera tutte con la bellezza della sua posizione ed il fascino dei suoi dintorni e questa impressione non cambia quando ci si avvicina». Le parole di Adam sono significative anche riguardo alla descrizione del Palazzo imperiale, che è stato iscritto nel 1979 nell’elenco del Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
«È verso il mare – dice Adam – che appaiono davanti agli occhi i resti delle mura e la lunga arcata del Palazzo e poi la fortificazione contemporanea, il lazzaretto, le torri delle mura degli antichi templi: tutto questo si armonizza perfettamente con le colline ed il circondario, presentando un paesaggio molto piacevole». Qui l’imperatore Diocleziano, al tramonto della sua esistenza, dopo la sua abdicazione, decise di trasferirsi nella propria residenza estiva per trascorrere il resto della sua vita che terminò a 82 anni. «Secondo la leggenda – ci ricorda la nostra esperta guida, Dino Ivancic, docente di storia ed anche vicepresidente delle guide spalatine – quando Diocleziano era impegnato in gioventù in una delle sue numerose campagne militari, una schiava driade gli aveva predetto che sarebbe diventato imperatore il giorno che avesse ucciso un cinghiale. Egli appunto lo divenne quando uccise a Nicomedia con la sua spada, davanti ai suoi legionari, Apro che del cinghiale portava il nome, in quanto accusato di aver ucciso l’imperatore Numeriano». Quattro sono le porte di accesso a quello che resta del Palazzo imperiale che si identifica con l’attuale centro storico: la porta settentrionale fu costruita a forma quadrangolare, come parte del sistema difensivo militare e sotto l’influenza di Venezia, nel XVI secolo, la porta cambiò nome, diventando Porta Aurea, che è poi il nome che ha conservato sino ad oggi. Al di sopra del muro occidentale i cristiani eressero la piccola cappella di San Martino, protettore dei soldati e dei sarti. Oggi ad accudire la chiesetta ci sono le suore domenicane che raccontano la sua storia.
C’è poi la porta orientale, la Porta Argentea, che continua la forma quadrangolare, conducendo direttamente verso occidente, verso la piazza. Meno decorata rispetto alla Porta Aurea fu restaurata dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. Attraverso questa porta, nel 2000, a bordo della sua papamobile è passato il Santo Papa Giovanni Paolo II, estasiato dalla bellezza della cattedrale di San Doimo, che è visibile proprio passando sotto questa porta. Tra le cattedrali europee, quella di Spalato sorge nell’edificio più antico, il mausoleo dell’imperatore, che fece costruire quando era ancora in vita. Fu nella metà del VII secolo che divenne cattedrale, nella quale furono sistemati, riservando loro posti d’onore, gli altari con le reliquie dei santi martiri: Doimo e Staša. Al centro fu collocato il sarcofago di Diocleziano che, più tardi, venne sottoposto ad una distruzione rituale da parte del primo arcivescovo di Spalato che vi depose le reliquie di San Doimo. Destano particolare interesse due medaglioni con nastri che sostengono ognuno due amorini. La tradizione popolare vuole che in essi siano raffigurati i ritratti di Diocleziano e di sua moglie Prisca. La porta occidentale è nota invece come Porta Ferrea e testimonia le varie popolazioni che si sono alternate nel corso dei secoli. Attraverso la porta meridionale, più vicina al mare, conosciuta come Porta Bronzea, si accede ai sotterranei dove attualmente abbondano un gran numero di bancarelle per la vendita di souvenir, che andrebbero rimosse almeno da questi luoghi storici. Oggi è diventata la porta “principale”, perché i turisti la attraversano all’inizio dei tour guidati. Le fortificazioni perimetrali dei sotterranei rappresentano il complesso antico meglio conservato del Palazzo.
Il compito era quello di innalzare le estensioni degli appartamenti dell’imperatore sino al piano superiore, dove viveva Diocleziano con la moglie e l’unica figlia Valeria. Nel primo Medioevo alcuni spazi furono destinati a fini abitativi, mentre in una di esse sono state ritrovate parti di un torchio per la produzione di olio e di vino. Nel IX secolo fu iniziata l’opera di risanamento e furono trovarti anche oggetti appartenuti alla famiglia imperiale e la grande mensa dove mangiava Diocleziano, oltre alle monete dell’epoca. Oggi questi spazi sono adibiti in prevalenza a mostre. Vengono qui rappresentate in estate scene teatrali e a maggio il pavimento dei sotterranei cambia pelle e diventa un giardino fiorito, grazie alla Fiera internazionale floreale e un posto privilegiato è destinato alla ginestra, il fiore più amato dal quale Spalato trae il nome. La natura ha composto i pendii settentrionali di calcare, mentre quelli meridionali sono tutti in pietra, strati di marmo e costa rocciosa. Le tre cime del Marjan, primo simbolo di Spalato, offrono una vista indimenticabile sulla città, sulle isole di Brac e Hvar che la circondano e sulla riviera di Kaštel con le città di Solin e Trogir, quest’ultima dista appena venti chilometri da Spalato. Il centro storico di Trogir, fondata dai Greci dell’isola di Vis, si trova su un piccolo isolotto, completamente pedonalizzato con strette viuzze che ricordano la nostra Venezia, in quanto ad ogni angolo è possibile scorgere antichi palazzi e caratteristici balconi fioriti. È collegata con un ponte levatoio in disuso all’isola di Ciova (dei cervi), dove gli spalatini hanno le loro dimore estive non disdegnando di recarsi a Trogir per passare qualche ora spensierata nei numerosi ristoranti e ritrovi della città. La costruzione più importante è la chiesa di S. Lorenzo.
Nel 1997 la città è stata inserita nel registro dei Monumenti culturali mondiali dell’ Unesco. Gli amministratori locali collocarono sulle antiche porte insegne luminose al neon colorate con il logo dell’Unesco, che sinceramente andrebbero rimosse. Un’altra escursione alla scoperta della storia e della natura si può fare ai ruderi della Fortezza di Klis, una delle roccaforti più significative della Croazia che, grazie alla sua posizione strategica, aveva un valore inestimabile per la difesa. È qui che si rifugiò Bela IV, uno dei re ungaro-croati, con la sua famiglia durante l’assedio del 1242 ove nacque sua figlia Marghita, oggi venerata come Santa Marghita di Clissa. Fu alla fine del XIII sec. che iniziarono le irruzioni dei Turchi e il ruolo decisivo lo ebbe il capitano e duca di Clissa, Petar Kružiæ, che con i suoi soldati Uskoci resistette all’assedio. Durante la Seconda guerra mondiale la fortezza servì a scopi militari, per lo più come base delle forze italiane e tedesche e nel 1990 sulla fortezza venne alzata la bandiera dello stato indipendente della Repubblica di Croazia che dal 1 luglio del 2013 è entrata nell’Unione Europea quale ventottesimo Stato. Sulla via che porta a Klis una sosta golosa la si può fare alla “Stella Croatica”, prima società croata che ha ricevuto la certificazione Halal. Dopo aver iniziato la sua attività sull’isola di Mljet vicino Dubrovnik, ha dato vita nel 2012 alla fabbrica di Klis con i fondi dell’Ue.
Grazie alla posizione (a soli 3 minuti dal casello autostradale di Spalato e a 10 minuti dalla città), il turista è guidato attraverso un percorso fatto di assaggi, che si organizzano nella zona di produzione. Uno dei prodotti, il confetto, viene preparato sul momento per essere provato mentre è ancora caldo. In degustazione poi l’eccezionale olio d’oliva, accompagnato da ottimi formaggi e vini locali e da pane fatto in casa alla maniera tradizionale, sotto una campana di ferro. La degustazione termina con i dolci dello stabilimento, seguendo una lunga tradizione familiare fatta in base ad antiche ricette. I prodotti non solo conservano tutti i sapori della natura dalmata, ma si intrecciano con la cura e l’amore di una preparazione manuale, ma sempre in pieno rispetto della sicurezza alimentare.
Per tutte le informazioni turistiche è a disposizione l’Ente Nazionale Croato per il Turismo (www.croazia.hr)
Harry di Prisco