La storia e la letteratura ci forniscono innumerevoli esempi di amori vissuti in maniera piena e nonostante le rispettive situazioni in sé risultino essere diverse, esse sono in realtà tutte inesorabilmente uguali, perché uguale è il sentimento che le ha nutrite e rese vive.
Servendosi della musica, delle parole e della danza, “Amor Q” racconta quattro storie per testimoniare che l’amore e la sua forza interiore non mutano nel tempo e nello spazio.
Si parte dalla mitologia greca per raccontare l’eroico amore del dolce cantore Orfeo che non si rassegna alla perdita della sua amata Euridice e pur di riportarla in vita si reca nell’Ade, il Regno dei morti.
Nel cuore del Medioevo è invece ambientata la travagliata storia dell’amore sacrilego tra il chierico Abelardo e la bella e colta Eloisa, una storia in cui l’amore carnale cede il passo all’amore di Dio.
E’ del Romanticismo, poi, il tumultuoso amore omosessuale tra il poeta maledetto Paul Verlaine ed il giovane Arthur Rimbaud.
Al drammatico contesto della Seconda Guerra mondiale appartiene l’ultima storia raccontata, quella dell’ amore innocente della piccola Anna Frank per Peter Van Daan, un amore nato tra le mura di un alloggio segreto e destinato a vivere soltanto nella mente dell’adolescente.
Quattro storie diverse ambientate in quattro epoche diverse raccontano l’unicità di quel sentimento chiamato amore.
E allora che cosa rende l’amore diverso nel tempo e nella storia? Nulla. L’amore è l’immateriale che non si annulla, è la linfa di vita che si nutre di sé e se essa è diversa nei contenuti, è invece sempre uguale nella sostanza. L’amore è ciò che rende una persona tale ed un cuore vivo. Esso ha tante facce, tanti colori, tante sfumature perché può essere vissuto in maniera diversa: non importa chi si ama, come si ama o quando si ama, l’importante è amare. A volte le azioni che si compiono per amore sono drastiche forse folli ma come si può controllare un cuore innamorato? Come si può riuscire a farlo? Quando si ama non è il cervello a guidare il nostro agire ma il cuore, perché il cuore è il cervello di sé stesso.
Antonio Pollioso