Tuttavia se ci si vuole avviare ad una carriera nel campo delle arti marziali,a livello professionistico bisogna tener conto che un’eccessiva muscolatura costituisce un impedimento all’espletamento di tale pratica. Dunque non si può pensare di sviluppare un fisico muscoloso, che richiederebbe un genere di allenamento totalmente opposto, alle tipologie classiche e che comporterebbe uno stress fisico dannoso per la prestazione stessa. Un aumento della massa muscolare tra l’altro influenzerebbe negativamente la rapidità di movimento,elemento indispensabile per conseguire una buona performance. Inoltre il dispendio energetico correlato è maggiore a causa dell’aumentato peso corporeo. In tutte le competizioni agonistiche i lottatori vengono suddivisi in categorie in base al loro peso orporeo.
L’utilizzo dei pesi nel tempo è diventato indispensabile sia per rinforzare varie parti muscolari ,che vengono allenate in misura minore , sia per avere una forza maggiore quando si colpisce.
Un ottimo esercizio per allenare quest’ultimo è il Sit up combinato con la palla medica, che può essere usata per rinforzare le diverse zone addominali. Per la velocità e la potenza dei pugni infine, si utilizzano manubri con pesi leggeri, e si lavora su tutti gli angoli di attacco, con colpi a vuoto dove le serie di allenamento variano dai 30 ai 60s accostati a recuperi brevi che variano dai 15 ai 30s. Per massimizzare le capacità cardiovascolari gli atleti d’elite si allenano ad alta quota. L’uso delle maschere aiuta i polmoni e rafforza il diaframma, ed aiuta a regolare la respirazione , ad aumentare la concentrazione mentale in generale.
L’uso del sacco e utile non solo per migliorare la propria tecnica pugilistica ma anche per allenare calci, gomiti e ginocchia. Il peso e la forma del sacco sono studiati in modo da opporre la giusta resistenza alle varie tecniche portate dall’atleta.
Ernesto Tarchi