Ha destato sorpresa e sconcerto la dichiarazione del Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che ha fatto riferimento all’intesa con il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, per disporre, in coincidenza con l’ultimo crollo di parte del tetto dopo il collassamento di una vecchia trave, l’evacuazione della Scuola di Aeronautica dai locali occupati nella Reggia.
In pratica il Ministro dei Beni Culturali, a differenza del suo predecessore che effettuò il sopralluogo alla Reggia senza clamori e attivando subito procedure di contributi straordinari, non solo non ha ritenuto di rendersi conto, de visu, della situazione, come avvenuto in casi analoghi (Pompei), ma ha ufficializzato un orientamento che serve solo a “coprire” le mancanze del Ministero, spostando il tiro su altre entità ritenute responsabili dei problemi del monumento vanvitelliano.
Un atteggiamento che dimentica come, in decenni di una perdurante carenza manutentiva da parte della Soprintendenza, e per essa del Ministero, nei confronti della Reggia, una ampia fetta del complesso, peraltro non di interesse storico, sia stata tenuta in piedi dagli interventi effettuati dall’Aeronautica Militare. Un atteggiamento che dimentica le vere carenze della Reggia, tutte addebitabili al Suo Ministero, e cioè, al di là della ordinaria manutenzione, la circostanza che da oltre vent’anni, nonostante i cospicui investimenti, è chiuso il Museo dell’Opera; che il Museo delle Cavallerizze, da quando è stato realizzato, ha ospitato una sola mostra, ed è in totale abbandono e degrado; che le pertinenze della Reggia, e cioè il Teatro di Corte, il teatro all’aperto dell’Aperia, il Giardino Inglese, il punto di ristoro presso la fontana di Diana e Atteone sono stabilmente o parzialmente chiusi.
Senza parlare della mancanza di manutenzione dei viali del Parco Reale, dove appare curato seppure superficialmente solo l’asse centrale; della mancanza di cura del patrimonio arboreo con gli alberi non più potati secondo un piano temporale rispondente ad esigenze di corretto giardinaggio, il che è confermato dalla circostanza che negli ultimi anni alla prima tempesta di vento il Parco viene chiuso per sicurezza, ciò che non era mai avvenuto negli anni precedenti; dell’accumularsi di detriti nella vasche e fontane; dalla presenza sui tetti della Reggia di erbacce, arbusti e cespugli, questi sì dannosi agli equilibri delle vecchie coperture. Di fronte a tali inadempienze la scelta del Ministro dei Beni Culturali è quella di collegare l’ultimo evento capitato sul tetto della Reggia alla decisione di mandar via l’Aeronautica, quasi a voler colpevolizzare l’Arma militare dell’accaduto, invece di chiedersi da quanto tempo i tecnici della Soprintendenza non abbiano effettuato sopralluoghi al complesso monumentale. Facile colpevolizzare chi è abituato a servire lo Stato, senza pensare che in tal modo si innesca una reazione a catena negativa, che sottrarrebbe all’economia casertana una efficiente “azienda” con oltre 500 dipendenti e un vasto indotto, svuotando di una presenza vitale gli ambienti non storici, cioè non aggregabili agli appartamenti monumentali e difficilmente utilizzabili per altre funzioni.
Una decisione quella del Ministro Franceschini che, oltre ad essere stata assunta senza un preventivo, completo e meditato sopralluogo, offende le tradizioni della città di Caserta che, al di là dei pur rilevanti aspetti economici, è legata alla presenza dei militari, da sempre anche riferimento per un “turismo di ritorno”, al centro del progetto “Caserta, Città Militare”, che ogni anno, per raduni e incontri, porta a Caserta migliaia di ex militari, sicuramente un significativo apporto per l’economia. Riteniamo di sollecitare la mobilitazione di tutti i rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni che rappresentano gli operatori economici, invitando il Ministro Franceschini a far visita al monumento ed a verificarne le problematiche, al fine di adottare le opportune decisioni nella salvaguardia della Reggia.
Francesco Marzano