Immaginare che una donna possa essere sessualmente “attiva”, sia per quanto riguarda i desideri e le fantasie, che i comportamenti agiti, rappresenta una sorta di “tabù” con il quale, ancora oggi, ci confrontiamo. Riconoscere l’esistenza di “perversioni sessuali” femminili appare alquanto difficile e fuori dalla “coscienza”, anche se non impossibile come ha egregiamente evidenziato nella narrazione delle fantasie di Madame Bovary. La società è satura di pregiudizi e di luoghi comuni e ciò favorisce false credenze che influenzano atteggiamenti e comportamenti.
La donna, essendo percepita come passiva, pura, dolce e debole dell’umanità, da una società satura di pregiudizi e di luoghi comuni è automaticamente allontanata da atteggiamenti violenti, aggressivi, cattivi o perversi.
La sessualità femminile, infatti, è sempre stata intesa come “risposta passiva” al “richiamo del corteggiamento maschile”. Infatti, fino a non molto tempo fa, parlando del fenomeno dell’abuso sessuale sui minori, si dava per scontato che l’autore fosse un uomo; adesso si sta facendo largo, grazie ai risultati di studi e ricerche, l’idea che violenze e abusi sessuali a danno di bambini possano essere agiti anche da donne. Tuttavia, i tassi di prevalenza di questo fenomeno sono piuttosto eterogenei e cambiano da uno studio all’altro. Bumby & Bumby (1997) riportano percentuali che variano dal 2% al 78%.
Da un’indagine sui racconti delle vittime si evince che tra il 14% e il 24% dei casi in cui la vittima è un maschio e tra il 6% e il 14% dei casi in cui è una femmina, l’abuso è stato compiuto da una donna (Green 1999) Denov (2003) constata che, sebbene i dati ufficiali suggeriscano tassi di prevalenza che vanno dal 1,8% al 8%, i dati provenienti da questionari self-report aumentano le stime fino ad arrivare al 58%. Cortoni et col. (2009), in accordo con altri ricercatori (Bunting, 2005; Sandler & Freeman, 2007) hanno concluso che le donne sono responsabili del 4-5% di tutti i reati sessuali e che il rapporto tra sexual offenders maschi e femmine è approssimativamente di 1:20.
I dati più recenti provenienti dal Regno Unito mostrano che su 12.268 chiamanti ad un servizio di assistenza riservato ai bambini con disagio o in pericolo (ChildLine) che hanno riferito di essere vittime di abusi sessuali, il 6% delle femmine e il 36% dei maschi, ha individuato una donna come colpevole, per un totale del 17% (NSPCC, 2009) I tassi di prevalenza delle donne che commettono reati sessuali riportati da Muskens et col. (2011) sono del 1,7%, anche Grattagliano et col. (2012) affermano che le donne sono responsabili solo di una piccola percentuale di reati sessuali contro i bambini e che gli uomini restano gli autori più comuni degli abusi sessuali sui minori. I dati emergenti dalle ricerche, tuttavia, hanno portato ad un aumentato riconoscimento del fatto che le donne possano svolgere un ruolo attivo nell’abuso sessuale, dimensione, fino a poco tempo fa, negata.