Il sicario è l’esecutore materiale di un omicidio, tipicamente perpetrato dietro incarico di un mandante, ed esso occupa nella scala sgradevolissima delle infamie un ruolo importante in quanto assume sempre una logica che finisce per ingannare anche le stesse persone che commissionano malefatte; in politica il sicario è colui che si sottopone al potere nella speranza di essere cooptato.
Ritengo utile pertanto non replicare all’articolo apparso su facebook sulla pagina “Pompei Domani” perché mi sembra di discutibile manifattura sia per il non rispetto del lessico latino sia per la scarsa considerazione dei cosiddetti neofiti che si affacciano alla grande scuola della politica Pompeiana.
Tanto più che non mi presto alle strumentalizzazioni, atteso il mio senso dell’etica e del rispetto per le persone, sebbene in questi tempi di grandi mistificazioni tutto diventa irreale e non veritiero.
Quando una forza politica o qualche suo appartenente tenta di aprire un vivace confronto programmatico in una fase preelettorale partendo dai limiti dell’esperienza amministrativa che si è consumata, allora scatta la vandea degli insulti e delle supposizioni.
Ma interrogarsi sugli altri obbliga ad interrogarsi su se stessi, e sono convinto che non bisogna essere di Pompei per dire ciò che si pensa come principio di libertà e del libero arbitrio.
Capisco che gli amici intellettuali e politologi, amici dell’avvocato Claudio D’Alessio, si danno da fare per rifondarsi e scavare l’ennesima trincea difensiva adoperandosi per nuovi progetti architetturali ma altra cosa è tentare zittire, con una disgustosa brodaglia di cattiverie offensive, chi si esprime per un’alternativa reale al degrado che si vive in città.
Se poi la colpa è quella di immaginare che qualcun altro può farcela non saranno certo i giudizi altrui a correggere o limitare un pensiero partecipativo.
In quanto al guardare nel piatto dove si mangia, credo che coerentemente con il gruppo politico che sostengo, riaffermeremo l’interesse pubblico quale obiettivo da perseguire e valorizzeremo il ruolo dei cittadini, facendoli compartecipi di tutte le scelte che verranno intraprese senza spontaneismi solidaristici concessi dal potentato di turno.
In quanto all’articolista di “Pompei Domani”, che tenta con la sua protervia offensiva di intimidire intelligenze riconosciute, gli consiglierei di dotarsi di un linguaggio consono a chi pensa di apparire tra i primi cittadini, arricchendo il suo scarso vocabolario che è più conforme al suo modo di essere per arrivare ad una legittimità sociale esistenziale e personale ancorché quella politica che non serve sul piano della dignità personale.
Se ad un neofita della politica gli si limita la sua funzione di osservatore e non si concede di vedere differenze su alcuni principi di civiltà che riguardano il bene comune e al contrario gli vengono riversate versioni caricaturali e volgari, ebbene viene leso un diritto di cittadinanza che è per definizione uguale dappertutto nel nostro Paese.
Pertanto posso solo esprimere un senso di compassione per l’acredine che ha usato l’articolista, in quanto furiere di debolezza e incapacità dove non c’entra la politica, c’entra per l’ennesima volta un bisogno di apparire perché evidentemente il soggetto si sente anonimo e solo.
Non ho bisogno di mettermi in mostra politicamente, né di avere un curriculum politico, né di irrompere sullo scenario della vita amministrativa di Pompei per esprimere ciò che penso, anche perché la mia intelligenza è al servizio del mondo Accademico Internazionale, ma come diceva qualcuno “Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile” potrei aggiungere che imbecilli… si nasce!
Prof. Carmine Alfano