Si trovava in Romania, a circa cento chilometri da Bucarest, precisamente a Calarasi. La polizia di stato ha intercettato lì Vincenzo Cesarano, fratello del boss Ferdinando Cesarano, attualmente detenuto, esponente dell’omonimo potente clan camorristico che ha la sua roccaforte nel rione Ponte Persica a Castellammare di Stabia.
Su di lui pendeva un provvedimento emesso dal gip di Napoli per tentata estorsione. È da tempo che le forze dell’ordine sono sulle sue tracce. Nell’estate dello scorso anno per ore ed ore carabinieri e polizia hanno passato al setaccio abitazioni e possibili nascondigli, mettendo a soqquadro l’intera periferia di Castellammare. Ma di Cesarano nessuna traccia. Almeno fino a ieri, quando le autorità hanno ammanettato uno dei latitanti più pericolosi secondo il Viminale. L’arresto di Cesarano, ha fatto fa sapere la polizia, nasce da una stretta collaborazione tra la polizia romena e il Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano.
Secondo alcune indiscrezioni Cesarano è stato fermato per un controllo dalla polizia romena e il mandato di cattura è saltato fuori a seguito di un controllo sulle impronte digitali dell’uomo.