Dopo oltre 5 mesi, finalmente si è conclusa con una vittoria la battaglia mediatica di Scafati Arancione per liberare dai rifiuti via Spinelli, ‘zona 26’ al confine tra Scafati e Pompei.
A Novembre 2013 l’appello e le segnalazioni di cittadini e residenti, stanchi della situazione di abbandono del canale Conte Sarno di via Spinelli, è stato raccolto dagli attivisti di Scafati Arancione che nei mesi hanno perpetuato una vera e propria lotta mediatica fatta di denunce, appelli e proteste.
Tanti i rifiuti ingombranti e pericolosi abbandonati nella zona, l’incuria e il degrado avevano letteralmente preso il sopravvento e dominavano incontrastati.
Non è stato facile per gli arancioni scafatesi tenere duro per tutto questo tempo, infatti la delicata questione ha continuato a rimbalzare tra garbugli burocratici di competenze dei due comuni e della Regione Campania.
La gravità della situazione ha portato i portavoce di Scafati Arancione a rivolgersi all’ ASL e persino agli onorevoli Vaccaro e Paolino, sottolineando la massiccia presenza di amianto e i rischi per la salute dei residenti; nessuno dei tanti appelli ha mai ottenuto risposte concrete e risolutive sulla spinosa questione.
Nel tempo i giovani attivisti scafatesi non si sono arresi e, nonostante le tante porte chiuse in faccia, hanno continuato a portare avanti la loro battaglia fino ad oggi ed alla fine l’attesa svolta è arrivata: via Spinelli è finalmente libera dai rifiuti pericolosi per la salute delle persone.
La gioia di Francesco Carotenuto, portavoce di Scafati Arancione, traspare dalle sue dichiarazioni rilasciate in merito quest’ultima vittoria: “La nostra piccola vittoria è una vittoria per tutti i cittadini e i residenti. La nostra gioia che viene da un percorso fatto di denunce, battaglie, dignità e rispetto ambientale è dovuta all’impegno civico e politico che profondiamo con passione e dedizione. Siamo chiamati a vigilare costantemente sull’incuria e sul degrado senza paura, consapevoli che solo così riusciremo a contrastare uno stato di cose apparentemente senza soluzioni”.
Raffaele Cirillo