Ci siamo quasi, manca poco. Poi finalmente Gragnano avrà il suo primo cittadino. Se prima erano in 9 a ballare lo “Hully Gully”, adesso sono in 5 a ballare “Attenti al lupo”. E non s’è ben capito quale lupo abbia mangiato gli altri quattro e, soprattutto, chi sia il lupo.
Il lungo Mario D’Apuzzo, il corto Paolo Cimmino, il pacioccone Biagio Galizia e Puffetta, Silvana Somma, unica femmina del parterre. Manca un quinto. Ma leggendone anche sulle schede in fac-simile si ha come la sensazione di visionare il leader delle parallele elezioni europee. I nomi grossi e che contano sono: Renzi, Grillo, Berlusconi, Salvini, Meloni e… Tsipras. E chi è? Possiamo dire che Mario Lauritano sta alle elezioni comunali come Alexis Tsipras sta a quelle europee? Lo ho detto e scritto. Non c’è uno stand, un distributore di depliant che ci informi su di lui.
Mentre sugli altri quattro ci sono ben cinque, almeno, pagine di buoni propositi sul come cambiare il paese, manco fossimo prossimi al Natale, di Lauritano nulla. E se c’è del materiale in giro, questo è poco distribuito ché nel periodo del “Siamo tutti amici se mi voti”, non si spiega perché Mario Elle non voglia proprio essermi manco conoscente.
Abbiamo letto i programmi? Io sì. Approfonditamente. È sorprendente quanto Gragnano sia rovinata. Ci si accorge che siamo inguaiati proprio leggendo i programmi politici. Nei quattro elenchi del “s’adda fare” che ho sottomano (ché del quinto non ho che fantasie, mie, in mano) ci sono molti punti in comune, qualche sogno utopico, qualche strisciata fluorescente per colpire e lasciare la scia e una infinita serie di luoghi comuni, di promesse a cui manco loro credono.
Possiamo farne uno solo, di programma, fatto dei punti cardini comuni:
– Cura del manto stradale e dei marciapiedi. Nel caso dei marciapiedi, saranno prima creati e poi mantenuti.
– Potenziamento dei collegamenti tra le periferie e il centro cittadino. Potenziamento? Molte zone periferiche sono nemmeno illuminate.
– Valorizzare il marchio IGP riconosciuto alla pasta e fondare il “Museo della pasta”. Il quale finirà, entro un paio di anni, nel dimenticatoio generale. In fondo è già successo al museo delle scienze naturali, no?
– Completamento dei lavori per il campo “San Michele” e indottrinamento dei nuovi ultrà. Basterà insegnargli che la posta viaggia via mail/corriere non via murales.
– Illuminazioni a basso costo. In un certo senso già sono attive. A costo pari a zero. Buio, o sfarfallio, per intenderci.
– Creazione di piste pedonali, a Gragnano. E insegnamento ai piloti dell’impossibilità di accedere alle zone ZTL.
– Questione vecchie strutture. Il lungo e Puffetta la hanno su col monastero di San Nicola dei Miri per trasformarlo nel set di Masterchef Gragnano, il lungo però è propenso pure a trasformarlo in scuola per le guide ambientali. Il corto propone la rifunzionalizzazione dei mulini della Valle dei Mulini (è scritto proprio così, lo ho copiato bene). Cioè, dalle macerie ai mulini? Il pacioccone, tenerissimo, vorrebbe vedere la ex ferrovia in villa comunale e creazione di piste ciclabili.
Poi ci sono tematiche solite, luoghi molto comuni, riproposti ogni volta: creazione di parchi verdi, ripristino del Pallone Geodetico per favorire lo sport, sportello a servizio dei giovani, intrattenimenti per bambini, anziani e diversamente abili, vicinanza alle famiglie e fornitura di almeno un paio di suggerimenti per come spendere gli 80 euro in più, etc etc.
E, dulcis in fundo, le utopie: wifi nei punti di maggiore aggregazione (cioè nelle scuole? Ma collegamenti a Internet per chi? Per i giovani? Addio studio), istituzione della Card Acquisti Residenti (CAR), sconti su tutto (a partire dalla tariffazione del taxi?), fotovoltaico nelle strutture pubbliche. Ma un papabile è sorprendente. Anela alla sensibilizzazione dei gragnanesi all’agricoltura, almeno per il fabbisogno personale; se dovesse essere eletto lui tra i Fantastici 5, avremo orti sociali nella stazione (è lo stesso che tre righe prima, nel programma stampato, ne prevedeva la pista ciclabile). E in cosa, alle pendici del Pendolo, noi siamo esperti agricoltori? Ebbene, nascosta in piantine di basilico, ne esportemo.
Ad maiora semper.
Anna Di Nola