A seguito di tale allerta europea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” evidenzia come le aumentate esigenze in termini di sicurezza alimentare, caratteristiche nutrizionali e merceologiche, associate alla qualità del prodotto (acquistato o somministrato), devono necessariamente indurre il settore dei controlli ufficiali degli alimenti a adeguamenti e cambiamenti nella conduzione delle verifiche, con conseguente aggiornamento delle attrezzature e tecnologie impiegate, in relazione alle esigenze di mercato e agli standard qualitativi che si vogliono raggiungere. La sicurezza degli alimenti dipende da diversi fattori tra loro correlati (corretto svolgimento di tutte le fasi lungo la filiera produttiva, modalità e tipologie di verifica aziendale, trasparenza dei dati, ecc.) e i controlli sanitari devono essere effettuati in tutte le fasi della produzione.
Ne consegue che una politica tesa a tutelare la salute del consumatore, deve necessariamente prendere in considerazione l’intera filiera, mediante l’attuazione e la pianificazione di controlli mirati. A tale proposito, vale la pena ricordare che la somministrazione di proteine animali trasformate era stata vietata 12 anni fa per contrastare l’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (Bse).