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E se la salvezza di Stabiae fosse il volontariato?

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Il boom di visite fatto registrare dall’iniziativa Salvalarte 2014-AgerStabianus, organizzata dal circolo Legambiente Woodwardia, con il patrocinio del Comune di Castellammare di Stabia, rappresenta un ulteriore passo avanti nell’opera di sensibilizzazione e conoscenza, agli stabiesi e non solo, dell’enorme potenzialità turistica e socio-economica del patrimonio archeologico della città.

Un progetto, giunto alla terza edizione, che nella sua bontà muove tutta una serie di riflessioni. Ma prima di parlarne conviene partire dalla giornata di oggi: una domenica di maggio soleggiata, piena dei profumi della primavera, ha fatto da stupenda cornice alle visite guidate dei volontari di Legambiente alle stupende Ville di Varano, coadiuvati da quest’anno anche da alcuni studenti del Liceo Classico “Plinio Seniore”, che hanno accompagnato i turisti in un viaggio alla riscoperta di affreschi e scenari mozzafiato. Il dato dell’affluenza, a cui si faceva riferimento in apertura, da solo rende bene l’idea del gradimento presso il pubblico: oltre mille visitatori in poco meno di trenta giorni. Un successo che non è solo di pubblico, ma anche di critica vista la soddisfazione e l’attenzione mostrata dai turisti.

Il successo di questa terza edizione di Salvalarte 2014-AgerStabianus – spiega il presidente del circolo Woodwardia, Stefano Scanu – si deve all’inserimento del progetto nel Maggio dei Monumenti stabiese, cosa che ha favorito una migliore comunicazione dell’evento; inoltre, rispetto all’anno scorso, la clemenza del meteo e l’assenza di appuntamenti elettorali di rilievo, fatto salvo per le Europee, ha permesso a famiglie e singoli visitatori di accorrere in massa.”

La possibilità di effettuare visite all’interno delle ville – ci dice Alessia, una delle studentesse del Plinio – non solo ci ha spalancato la finestra su millenni di storia, ma in chiave del tutto personale mi ha consentito di superare quella remora, costituita dal parlare in pubblico, che spesso mi caratterizza durante le interrogazioni a scuola.

Se all’entusiasmo degli studenti e all’impegno dei volontari aggiungiamo pure il ciclo di conferenze tematiche dedicate a Stabiae e al suo territorio, il quadro che ne viene fuori è assolutamente positivo.

 Tuttavia, l’orizzonte per l’antica Stabiae e le sue ville non è così roseo come sembra.

Dimenticata dalla Soprintendenza di Pompei, oscurata da campagne di promozione internazionali di Fondazioni estere e abbandonata dalla società civile, Stabiae sembra aver imboccato un lungo tunnel. Eppure, se si pensa al successo che le Ville di Varano e le sue splendide opere d’arte riscontrano nei vernissages di mezzo mondo, c’è da serrare i pugni in tasca per la rabbia. Di fronte all’immobilismo delle Istituzioni e a sedicenti privati che hanno affossato ancora di più il futuro dell’archeologia stabiana, lancio una proposta, magari avvenieristica, demagogica per qualcuno: perché non consegnare le Ville ai volontari? Questi anni di promesse e di silenzi, di valzer di Soprintendenti e Salvatori della patria, ci hanno detto che solo la passione e l’impegno Civile possono essere la ricetta per togliere dall’incuria Varano e le sue ville. Quindi, basta con i progetti mastodontici, con i parchi archeologici sospesi, con la cultura dell’emergenza, fatta di restauri e rappezzi continui; diamo le Ville a chi le ama, a chi è capace di attirare migliaia di persone, meglio di un qualsivoglia operatore turistico.

Rimettiamo al centro l’Amore per l’antichità. Solo questo occorre, e non slogan. In fondo, Salvalarte 2014 non è questo? Non è una miscela di impegno civile, amore per la cultura e difesa della bellezza?

Angelo Mascolo    

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