Continuano le operazioni di pattugliamento antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, assieme al WWF Penisola Sorrentina, che hanno proceduto la notte scorsa all’individuazione e allo smantellamento di nuove postazioni per il richiamo delle quaglie e al sequestro degli impianti elettronici (altoparlanti, batterie, cavi elettrici e quant’altro) allestiti sul Monte Faito, nel comune di Vico Equense.
In Penisola Sorrentina il concerto notturno dei richiami per le quaglie volge ormai al termine, sia perché il grosso del popolo dei migratori alati, che ha scelto la nostra terra come rotta strategica nei lunghi viaggi da nord a sud, è ormai transitato, sia perché decine di postazioni sono state individuate e smantellate nel corso di diverse operazioni. Numerosi e massicci, infatti, sono stati gli interventi messi in essere nell’ultimo mese dalle guardie giurate volontarie del WWF Italia, dal Corpo Forestale dello Stato, e dalla Polizia di Stato che, nel corso di una complessa operazione, ha di recente individuato, sulle colline di Sorrento, una proprietà dove da decenni con l’ausilio di trappole, tagliole e reti da posta, venivano catturati, accecati e uccisi centinaia di uccelli appartenenti anche a specie rare e protette. Si ipotizza un grosso traffico a scopo commerciale. E’ accaduto anche che i richiami per le quaglie abbiano attirato l’attenzione, al momento del sopralluogo, su altri tipi di reati (abusivismo edilizio, scarico di liquami, detenzione di esplosivo e droga, ecc.) messi in essere nella stessa proprietà.
Ma l’attività dei bracconieri sulle colline dei Monti Lattari, non è assolutamente cessata!!!
Ci sono sempre, e ancora, gli irriducibili, quelli che sono convinti di restare impuniti in eterno, quelli che all’alba non esitano a sparare nei pressi delle abitazioni e che rendono le notti insonni ai cittadini a causa dei richiami che echeggiano dalle montagne.
E’ della scorsa notte l’ultimo rinvenimento, da parte del Corpo Forestale dello Stato e dei volontari del WWF, dell’ennesima cassaforte bunker e di centinaia di cartucce pericolosamente occultate tra la vegetazione, sul versante che da S. Maria del Castello conduce, attraverso un sentiero che passa per l’agriturismo la Ginestra, sul Monte Faito.
“Non è la prima volta – ci spiega Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – che vengono rinvenute tali casseforti, nascoste nel sottosuolo della montagna, saldate ad arte e cementate nella roccia calcarea, chiuse da robusti catenacci e contenenti sofisticati impianti e timer per l’accensione e spegnimento programmato dei richiami che riproducono, per l’intera notte, il verso delle quaglie da catturare, attraendole nei pressi della postazione e rendendole prede facili per il bracconiere che, alle prime luci dell’alba, andrà a cacciarle con fucile e cani. Spesso, per poter sparare a caccia chiusa, i fucili non vengono portati da casa ma sono nascosti nella montagna, dopo averne abraso la matricola, sotto i muri, in grotte o tra la vegetazione, assieme alle munizioni, costituendo un ulteriore grave pericolo. L’uso per la caccia dei richiami elettromagnetici ed elettrici è vietato, ma evidentemente non per taluni cacciatori che ritengono di poter impunemente infrangere la legge e depredare, a proprio piacimento, l’avifauna migratoria. Con pazienza certosina e con tenacia maniacale tali individui hanno cosparso le montagne di centinaia di metri di fili elettrici abilmente interrati al suolo e nascosto le casseforti bunker contenenti i famigerati impianti. Il solo filo elettrico recuperato nell’ultimo intervento era lungo circa 200 metri e pesava diversi chili!!!”
Infine c’è un’ulteriore considerazione da fare ed è che grossa parte di tali richiami viene rinvenuta su soprassuoli percorsi periodicamente dalle fiamme. Tale circostanza, che non può apparire solo una semplice coincidenza, ci deve far riflettere sulla gravità di tali pratiche tanto anacronistiche quanto dannose, ma che purtroppo sono ancora tristemente tollerate nella mentalità di tanti.