E’ il primo turno a decidere il sindaco per Gragnano. E’ Paolo Cimmino con le sue otto liste, sette civiche più l’UdC, il
nuovo sindaco della città della pasta che da due anni era senza guida a causa dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.
Risultato sicuramente inaspettato per il medico cardiologo nonostante partisse con i favori dei pronostici e con ben otto liste.
Sin dalle prime schede scrutinate Cimmino è stato sul filo del 50%. Alla fine ha superato la soglia delle 9mila preferenze, raggiungendo quota 51,5%.
«Mi aspettavo la vittoria al primo turno – afferma il neo sindaco – e dico grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto. Adesso però bisogna mettersi al lavoro e sarò il sindaco di tutti i gragnanesi».
Al secondo posto con il sostegno di Partito Democratico, Centro Democratico e Gragnano Sveglia, è arrivata Silvana Somma con il 22% dei consensi. Sicuramente a pesare sulla debacle del centrosinistra la spaccatura interna al Pd.
Deludente il risultato di Mario D’Apuzzo, candidato del centrodestra, fermo al 18,5%. Più staccati Biagio Galizia (Sinistra e Libertà), che ha raggiunto il 6% e Mario Lauritano (Fratelli d’Italia) con il 2%.
Cimmino è tornato sul presunto caso di ineleggibilità, sollevato in campagna elettorale dagli avversari. «Sono eleggibile – ha affermato -, come stabilisce la legge e i pareri di vari professori universitari. Mi metterò subito al lavoro per cambiare la città. Il primo atto? L’approvazione del Piano Urbanistico Comunale».