E’ stato un evento eccezionale quello che sabato 24 maggio ha visto protagonisti il Real Polverificio Borbonico e le antiche strutture ad esso annesse nel campo sperimentale di ricerca per le colture alternative al tabacco del C.R.A., quest’ultimo generalmente chiuso al pubblico.
Oltre 200 partecipanti provenienti da tutte le aree scafatesi e non solo hanno potuto assaporare la storia del complesso ottocentesco che racchiude in sé pezzi importanti del passato di Scafati, Pompei e Torre Annunziata in un percorso che va dalla sua costruzione, negli anni ’50 del 1800, passando per le importanti modifiche apportate alle zone paludose e fluviali del territorio, fino ad arrivare alla più recente storia industriale della tabacchicoltura e della lavorazione del tabacco, fiori all’occhiello del passato dell’economia scafatese.
A fare da Ciceroni ai tanti visitatori, l’organizzatrice, la dottoressa Maria Vitiello e lo storico ufficiale della città, il dottor Angelo Pesce che hanno magistralmente descritto la storia del Polverificio e delle sue strutture nel tempo accompagnando i partecipanti lungo il percorso verde del campo del C.R.A. in un’atmosfera contrastante tra l’ambiente puro e incontaminato e il totale abbandono delle strutture dell’antico polverificio e delle serre di ricerca botanica.
Una grande pecca dell’evento è stato forse lo scenario verde incontaminato, che da coprotagonista della scampagnata, è divenuto un semplice elemento di scena nonostante la tantissima varietà di flora e fauna presenti al suo interno che avrebbe potuto arricchire notevolmente il contenuto dell’intera visita se solo qualcuno avesse speso qualche parola in più per presentarne le specie.
Tra l’immensità dei campi incolti, tanti papaveri e tante erbe e piante selvatiche che hanno riacceso i ricordi di chi ha vissuto l’infanzia in una Scafati un po’ più selvaggia e incontaminata, tra queste il raro e meraviglioso gigaro chiaro (anche noto come calla selvatica) e il variopinto e profumato fiore di tabacco.
Anche la fauna del parco, timida e schiva quanto affascinante e meravigliosa, è stata appena citata nell’excursus storico-culturale; tra le tante specie degne di nota e presenti parco, oltre alla femmina di trachemys scripta elegans (volgarmente, tartaruga dalle orecchie rosse) e allo storione, entrambi facilmente visibili nella vasca dello spiazzale che offre un habitat per nulla confortevole e conforme ai due animali, è segnalata anche la presenza della volpe e di alcuni falconidi e rapaci (come il gheppio e la civetta) che nidificano nelle cavità naturali del viale dei platani secolari.
La soddisfazione di quanti hanno partecipato all’interessantissima e unica visita guidata rimarrà sicuramente nella memoria dei tanti presenti che come me, sperano che la ‘meraviglia segreta’ del parco del Real Polverificio Borbonico possa rimanere sempre incontaminata e che le sue strutture possano subire il degno restauro che meritano così che siano finalmente aperte al pubblico come la struttura principale del complesso.
Raffaele Cirillo