Pubblico delle grandi occasioni al teatro d’Ateneo dell’Università di Salerno per lo spettacolo “Giovanni e Paolo. Al di là di Falcone e Borsellino”, andato in scena, in occasione dei ventidue anni dalla strage di Capaci.
Il testo è di Alessandra Camassa, magistrato del Tribunale di Trapani, che ha iniziato il suo iter professionale con Borsellino. Lo spettacolo vuole essere un riconoscimento non vagamente celebrativo dei due uomini di legge caduti per mano di “cosa nostra” per difendere lo Stato, ma un momento di meditazione per approfondire l’insegnamento del loro operato in forza della dedizione al dovere.
L’iniziativa è della sezione di Salerno dell’Associazione Nazionale Magistrati che ha scelto l’Università allo scopo di coinvolgere i giovani; inoltre è stata promossa dal Rettorato dello stesso Ateneo salernitano, dall’Ente Provinciale per il Turismo, dal Comune, dall’Associazione culturale muSArte-tour, dalla Compagnia “Michele Murino-Cilento Arte, Velia -Teatro, cui si deve la realizzazione dello spettacolo.
Nel racconto scenico Falcone e Borsellino, simbolo della battaglia contro la Mafia, sono considerati, come abbiamo accennato, oltre ogni desiderio di adulazione. “Chiamarli eroi è facile, inutile, anzi volgare – dice l’autrice – ed allontana da noi il senso civico del loro agire, discostandosi al contempo dalle nostre responsabilità, ci paralizza in un disarmante fatalismo, ci ricorda solo ciò che non ci compete, non ci riguarda, non ci appartiene”.
La drammaturgia, l’interpretazione e la regia sono di Dario Garofalo, che ha avuto, quali compagni di palcoscenico, Gaspare Balsamo, Giusy Zaccagnini. Le scene sono a cura di Lucia Mammana e Sara Pellegrini, i costumi di Aurora Damanti e Letizia Mascagni. Entusiasmanti gli applausi della platea, in cui c’erano, il Rettore dell’Università di Salerno, il Procuratore della Repubblica, il Prefetto ed altre autorità.
F.O.