Le rivelazioni di Antonio Iovine, il padrino pentito che da qualche settimana sta svelando i segreti dei Casalesi, hanno consentito il ritrovamento di quattro Kalashnikov. Le armi sono state rinvenute dai carabinieri di Caserta in un’abitazione di Casal di Principe. Le armi erano, assieme a munizioni, in casa di Antonio Cioffo, già condannato per associazione camorristica.
L’ operazione coordinata dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Antonello Ardituro, che da alcune settimane sta raccogliendo le rivelazioni del “Ninno”, come è soprannominato il boss catturato lo scorso anno dopo una latitanza durata circa quindici anni.
Le armi erano nascoste nell’abitazione di un pregiudicato, Antonio Cioffo, già condannato per associazione camorristica e attualmente detenuto. Per recuperare le armi, custodite in tubi di plastica, i militari hanno dovuto sfondare un muro di cinta. Il ritrovamento rappresenta uno dei primi riscontri sulla attendibilità delle rivelazioni del pentito.
E’ un fiume in piena Iovine che nei giorni scorsi aveva parlato di politica e delle collusioni che questa ha avuto con il malaffare.
Appalti, zone d’ombra. Ma anche nomi e omissis che fanno da preludio alla possibile soluzione finale delle indagini sulla camorra del Casertano.
Omicidi, come quello di lupara bianca nel 1988 di Antonio Bardellino, per arrivare agli appalti per le grandi opere, su cui c’è una convinzione di fondo.
«L’abbraccio – dice il boss pentito – tra politica, indipendentemente dal partito, imprenditori e camorra. Sto spiegando un sistema di cui la camorra non è l’unico responsabile». Una tangente del 5% su ogni appalto e la camorra casalese ogni mese arrivava a incassare 350mila euro.
“Ninno” ha parlato di un sistema basato su «Bustarelle, favori e complicità dello Stato. Questa è la cultura casalese». Parla di milioni in commesse controllate da lui stesso, ma anche da Bidognetti, Zagaria e Schiavone.
Entrando nei dettagli degli affari, parla dei fondi del Ministero dell’Agricoltura per il rimboschimento nell’Alto Casertano che sono diventati un affare e il cui riferimento era Vincenzo Della Volpe.