Torna a far parlare di sé la “superstrada della morte”. Dopo le innumerevoli vittime registrate nel corso degli anni sulla statale 268 del Vesuvio, finalmente sembrerebbe avviato il processo di modernizzazione dell’arteria.
Il primo passo effettuato però è stato quello di installare tre rilevatori di velocità che adesso stanno dando i primi risultati. Questo è il modo in cui si è pensato di combattere l’alta velocità: imponendo limiti di 40 Km all’ora, senza pensare ancora a un piano concreto di ammodernamento della strada soprattutto nel tratto a una corsia.
Stanno così arrivando le prime sanzioni e con le multe, a volte salate, arrivano le proteste.
Con il limite imposto, un’automobilista che viaggiava a una velocità di 53 chilometri orari si è visto comminare una sanzione che comporta la decurtazione di 3 punti sulla patente di guida ai sensi dell’art. 126 bis del Codice della Strada e il pagamento, in misura ridotta, di 168 euro.
Nessuno discute la sanzione ed è giusto che chi sbaglia paghi, ma quello che da un po’ di tempo gli automobilisti stanno cercando di far comprendere è che quel limite di quaranta è del tutto fuori luogo in alcuni tratti.
In effetti il limite dei 50 km è normalmente consentito anche su strade cittadine ed è per questo che è difficile ipotizzare un limite ulteriormente basso su un’arteria a scorrimento veloce. Anche sul social Facebook sono nati dei gruppi come “Autovelox SS268” per protestare non contro l’istallazione degli autovelox, ma sulla taratura degli stessi in alcuni tratti.
Il dito però dovrebbe essere puntato anche sulla reale possibilità di trasformare la statale 268 in una strada sicura, degna di quella civiltà che sicuramente è il vero e primario obiettivo da raggiungere.
Zando Zanga