Nei giorni scorsi il sindaco Luigi de Magistris ha portato i saluti della città al Consiglio nazionale di Arcigay, riunito proprio nella sua Napoli. L’esordio del sindaco già arancione, forse futuro adepto del democratico “democristiano” Renzi, apriva nuovi orizzonti e riscuoteva l’inevitabile ovazione: «…piena disponibilità a trascrivere sul registro di Stato civile del capoluogo partenopeo i matrimonio contratti all’estero dalle coppie omosessuali residenti in città».
Un messaggio di apertura o un impegno programmatico? Poi saluta la conclusione dei lavori del convegno dell’Arcigay con alcune foto su Facebook scrivendo che Napoli ancora una volta si conferma città de “confronto, dialogo e accoglienza”.
Ma dopo gli applausi giungono oggi le parole pacate ma allo stesso tempo taglienti del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli: «Credo che a Napoli ci sarebbero provvedimenti più urgenti da adottare».
Ha così commentato l’alto prelato la decisione dell’ex pm sindaco di Napoli relativamente alla registrazione delle nozze gay nei registri della città di Partenope.
Ma Sepe non si ferma e aggiunge: «Non ho niente contro i gay, li ho ricevuti diverse volte, ma mi sarei aspettato dal sindaco una notizia più concreta, magari che qualche buca delle strade fosse riparata. La cosa va approfondita».
Ivan di Napoli