Crisi Terme, i riformisti del Pd: “Superficialità e incompetenza”

Terme di Stabia (4)

“La crisi strutturale di Terme di Stabia e del termalismo in genere avrebbe necessitato e meritato una straordinaria attenzione da parte dell’attuale segreteria e dei gruppi che ‘governano’ città e partito cittadino, con un forte coinvolgimento istituzionale a tutti i livelli, regionale e nazionale. Di contro, invece, un costante e diffuso disinteresse misto a superficialità e incompetenza politica hanno caratterizzato la trattazione del tema Terme che riguarda 200 famiglie ma, soprattutto, l’ennesimo volano economico cui rinunciare per la nostra città”. Lo affermano in una nota dirigenti, militanti e simpatizzanti dei Democratici stabiesi.

PD stabiese: Partito della chiusura – “Per l’ennesima volta – affermano – il Partito non discute ma viene chiamato, addirittura in maniera riservata e quasi carbonara (evviva il partito aperto!) a ratificare una delibera di Giunta che definire fumosa e poco chiara è davvero generoso. Un PD inesistente, appiattito sulle mosse dell’Amministrazione, su decisioni prese altrove, che vengono proposte già ‘impachettate’ senza un minimo confronto con la città, con i lavoratori e con le altre forze sociali e politiche, rinunciando al compito sovrano di essere il partito di maggioranza (quasi assoluta) e abdicando al ruolo di protagonista che, ahinoi, abbiamo lasciato finanche a forze fuori dal contesto consiliare.

Le Terme: concordato si o no, lo spezzatino a chi lo do? Il concordato – analizzano – così come proposto, mina la tutela economica dei lavoratori in cambio di zero prospettive sul posto di lavoro. Ma poi – si chiedono – con quale liquidità metterlo in campo? Appare, infatti, anche poco reale l’ipotesi di introitare 4 milioni di euro dalla vendita dell’albergo. Ed ancora: il PD era contrario allo spezzatino nella passata Amministrazione quando era all’opposizione. Cosa è cambiato? Chi mantiene coerenza nel modo di far politica non può far altro che constatare un cambio di linea e una similitudine con ciò che proponeva l’Amministrazione Bobbio e verso la quale il PD si è battuto. Infatti la motivazione – proseguono – per noi è ancora valida: la vendita dell’albergo e il fitto separato dei rami di azienda sminuiscono l’appeal di un complesso che mantiene la sua forza solo se messo sul mercato nella sua interezza anche con una necessaria modifica del core business verso riabilitazione e termalismo del benessere visto che ormai da anni il termalismo pubblico a carico del SSN è praticamente stato cancellato e non viene più finanziato nel bilancio dello Stato.
La nostra contrarietà all’ipotesi spezzatino è anche dettata dalla preoccupazione: potrebbe rivelarsi un regalo troppo comodo per qualche imprenditore spregiudicato o addirittura pregiudicato di cui già si fanno i nomi in città; in tale ottica nutriamo serie perplessità sulla proposta di delibera del tutto ambigua e contraddittoria che non fornisce affatto linee guida chiare sul destino delle Terme. Così facendo il Consiglio comunale vota e si lava le mani lasciando tutto in mano a terzi.

Ipotesi cooperativa: rispetto e attenzione sulla fattibilità – Guardiamo – proseguono – con il dovuto rispetto ed attenzione alla proposta di cooperativa sociale che, sebbene condizionata nella sua attualità al riconoscimento di fondi Pac e finanziamenti pubblici finalizzati alla realizzazione di necessari investimenti, almeno riconosce ai lavoratori la dignità e la responsabilità di essere padroni del proprio destino. Certo avremmo auspicato altra soluzione da mettere in campo, in sintonia con il governo nazionale e regionale per modificare l’asset strategico di Terme di Stabia dal classico termalismo ormai fuori mercato ad una struttura ricettiva di rilievo nazionale sul piano della riabilitazione fisica ed estetica. Con le vecchie terme, invece, si sarebbe potuto procedere ancora con termalismo terapeutico e delle acque. Si è andati avanti, invece, verso una privatizzazione cieca senza coinvolgere nel processo Regione e Governo e senza comprendere che, per le condizioni in cui versa l’azienda potrebbe verificarsi, come temiamo, solo un’opera di sciacallaggio imprenditoriale. Ed oggi – affermano – alla vigilia di importanti scadenze, arrivano anche le inaspettate dimissioni del Presidente di Sint, Biagio Vanacore.

Politica vera è confronto di idee non veti alle persone – Avremmo auspicato – dicono – una discussione ampia e serrata all’interno del PD stabiese, come ad esempio si è iniziata (e arenata) ormai qualche mese fa con il masterplan. Discussione anche dura ma basata sulle idee e non su altro. Invece no, ci si riduce ad una ristretta e acritica conta. Al confronto non ci sottraiamo, ai colpi di mano, alle forzature aritmetiche si! Non rinunciamo a chiare lettere a far politica, non rinunciamo alle nostre idee e se saremmo costretti troveremo altro luogo, nel PD, dove esercitare la nostra passione confrontandoci con la città , lasciando agli “eletti” del partito di continuare a cantarsela ed a suonarsela da soli, tristemente da soli, profondamenti scollati dalla città e dalla realtà!
In tale ottica annunciamo sin da subito l’organizzazione di un dibattito sul tema Terme, non aperto bensì spalancato alla città, alla presenza di leader nazionali e regionali del PD. Non rinunciamo, suppliamo! E a supplire – concludono (in riferimento alle parole del Sindaco di qualche settimana fa – ndr) – crediamo che non saremo proprio pochi”.

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