L’esame autoptico che si è svolto oggi nell’obitorio dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, responsabile il medico legale Giovanni Zotti, ha stabilito che Maria Ambra, la prostituta di 74 anni di Castel San Giorgio, il cui cadavere è stato ritrovato la settimana scorsa in una baracca in via Lamia a Nocera Superiore, è morta per soffocamento.
Intanto le indagini potrebbero aver imboccato la strada giusta. Il sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti sta vagliando la posizione di un 33enne di Scafati. Al momento si mantiene un massimo riserbo sulle generalità dell’indagato. All’uomo, che risulterebbe indagato per omicidio volontario aggravato, i Carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, agli ordini del maggiore Matteo Gabelloni, sono giunti attraverso una serie di indagini, interrogatori e confronti eseguiti negli ultimi giorni.
Dal reparto scientifico, intanto, si attendono ancora i risultati di alcune tracce che sono state rilevate sul luogo del delitto e che sono state inviate ai laboratori di Roma per essere analizzate.
Il cadavere della donna fu rinvenuto sotto al letto con uno dei piedi metallici della branda conficcato in bocca. L’anomalia riscontrata dagli inquirenti e confermata dai medici legali è relativo al fatto che la donna pur riportando ferite alla gola, causate appunto dall’oggetto metallico, non riporta alcun danno ai denti.
Tale particolare ha fatto pensare ad uno sfregio voluto perpetrare sulla vittima, magari quando era già senza vita.
Gli uomini dell’Arma si sono avvalsi, nello svolgimento delle indagini, delle immagini di ben cinque sistemi di videosorveglianza attivi in via Lamia. Alcuni di essi erano operative per delle aziende private altre dalla polizia locale nella lotta contro l’abbandono selvaggio di rifiuti lungo quella strada periferica.
Erano oltre trent’anni che Maria Ambra si prostituiva all’interno di quel tugurio in via Lamia.
Un importante contributo per i funerali della donna sarà fornito dal Comune di Castel San Giorgio, di cui era originaria.