Mattatore sulle “tracce” del teatro

30 IL GRUPPO LA MONADEContaminazioni. Questo, in sintesi estrema, il vocabolo con il quale si può definire nella maniera più completa «Tracce», il lavoro teatrale che Mario Grazio Balzano, regista vesuviano (è nato a Boscotrecase), ha portato sulla scena del Teatro Minerva, a Boscoreale. Perché contaminazioni? Perché la piece è un significativo esempio di quanto il teatro moderno debba essere ripensato: non più solo teatro e non più solo spettacolo musicale. Ma una fusione di entrambi i generi in un più ampio contesto “contaminato”. Insomma, un modo nuovo di muoversi sulla scena quello del regista Balzano che per un certo qual modo si rifà alla «Gatta Cenerentola» del maestro De Simone. Ma non solo.

Il musicologo napoletano nel suo spettacolo puntò essenzialmente a ripercorrere le storie del Basile. Su quelle «tracce» – ed ecco, il titolo dello spettacolo – si è mosso Balzano che però ha lavorato in maniera differente, seppure egregiamente. L’alternanza spazio musicale – spazio recitativo ha ritmi ben sincronizzati. Di sicuro interesse le voci di Mafalda Balzano e Pasquale Ambrosio, che hanno aggiunto valore al complesso. Così come è apparso di ottimo livello il quadro recitativo del secondo atto imperniato su una «prova da copione». Certamente, non nuovo, ma sicuramente ben congegnato e interpretato, con ritmo e tempi giusti. Altro “cameo” è stato quello in cui Balzano, mattatore solitario, ha riproposto una delle novelle più famose di Giambattista Basile. È stato un ripercorrere le origini della lingua napoletana attraverso quelle parole «chiantute» e quei «concietti a ddoje sole», ovvero vocaboli importanti e concetti doppi e significativi, che lo stesso scrittore era solito usare nelle sue opere. Se un appunto si può, e si deve, fare, allo spettacolo tutto, allora va detto che l’inizio non è di così forte impatto come ci si aspetta.

Epperò, va sottolineato che comunque c’è un interessante crescendo di emozioni (Natale in Casa Cupiello e Filumena Marturano) e di partecipazione che porta alla fine a considerare di estrema positività la prova e l’impianto teatrale – musicale su cui è stata magistralmente costruita. Ovviamente, oltre ai già citati Mario Grazio Balzano, regista e attore, e a Mafalda Balzano e Pasquale Ambrosio, va sottolineata la padronanza della scena (qualche incacaglio sul napoletano e in particolare ne ‘A livella, c’è stato: ma fa parte della “freschezza recitativa” che dà il teatro) degli attori. Da Rosalba Pedatella a Giuseppe Romano, da Claudio Balzano a Rosaria Annunziata a Melany Pagano a Simona Di Palma ad Adolfo Ranieri. E senza dimenticare che senza l’audio e luci – in questo caso di Umberto Napolitano – e della Scuola di danza “Academy of Arts” che si è mossa sulle coreografie Lia Di Martino e Salvatore Renna, non ci sarebbero state «Tracce». E nemmeno quella piece, veramente di egregio livello.

Carlo Avvisati

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