Camorra: al carcere duro i boss degli Ascione-Papale

carcere duroAll’indomani del provvedimento restrittivo al 41 bis (carcere duro) emesso dai giudici nei confronti dei boss ercolanesi Luigi e Alfio Papale (capi dell’omonimo clan) cresce esponenzialmente il numero di pezzi da novanta della mala sottoposti a detenzione di massima sicurezza in unità carcerarie situate in altre regioni. Nello specifico ad Alfio Papale è toccato il carcere di Novara mentre per il fratello Luigi si sono spalancate le porte del penitenziario di Spoleto.

Un duro colpo inferto ad una camorra dalle capacità rigenerative e aggregative rilevanti: in paese sono in tanti a scommettere su alleanze eccellenti stipulate dal clan Ascione –Papale con potenti sodalizi malavitosi campani. Alleanze finalizzate proprio a supportare la cosca in momenti “difficili” causati da lunghe detenzioni di esponenti principali o da maxi sequestri di beni immobili e mobili. Usura, estorsione, traffico di stupefacenti : queste le attività illecite di un crimine organizzato mosso molto probabilmente da mani insospettabili e dalle stesse indirizzato per quel che concerne il riciclo di denaro sporco e gli investimenti da effettuare soprattutto in ambito immobiliare.

La situazione è caotica: chi conosce Ercolano, chi ci è nato e cresciuto sa che alcune famiglie sono talmente estese da accogliere all’interno delle stesse professionisti e camorristi, onesti commercianti e usurai, persone per bene e delinquenti matricolati. In questo marasma è difficile fare chiarezza, stabilire con lucidità dove inizi l’illecito e finisca il lecito eternamente tentati dall’etichettare imprenditori e professionisti di grido come “complici” del malaffare solo perché imparentati in modo più o meno stretto con esponenti di spicco della malavita stessa. Ecco perché l’onesto contribuente ercolanese spera nell’avvento di una nuova classe politica, di volti puliti e avulsi a qualsiasi condizionamento territoriale che possano realmente imprimere una svolta positiva ad una comunità vesuviana in cui sono veramente pochi a credere ancora.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.