E il suo utilizzo poichè riguarda in molti casi persone che hanno cercato di smettere senza successo, rende necessario che questi studi siano completati al più presto possibile come Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha più volte sottolineato.Tra gli utenti, il 20,3% sono fumatori, 4,4% degli ex fumatori e il 1,1% delle persone che non avevano mai fumato.Il dibattito sulla sicurezza di questi dispositivi è assai acceso tra gli studiosi. Alcuni credono che siano meno dannosi del tabacco da “fumo”, e potrebbero essere considerati ai fini di una politica di riduzione dei danni.
Ma altri, come la Società Spagnola per la Famiglia e la Medicina di Comunità (semFYC), afferma che, poichè non ci sono certezze in merito, devono essere regolate come il tabacco e in un recente sondaggio, ben l’87 % degli intervistati è a favore di una normativa ha per il controllo, mentre il 90% è d’accordo a vietare l’utilizzo negli spazi pubblici chiusi, compresi bar e ristoranti. Ciò è dovuto all’assenza di certezze circa gli effetti sulle persone.Dall’altra parte vi sono alcuni studi che suggeriscono che esse siano utili in alcuni casi a smettere di fumare.Indipendentemente da questo dibattito, la rivista fornisce altri dati sulla crescita della vendita di questi prodotti: negli ultimi due anni sono apparsi su Internet 10 marchi e 240 sapori di sigarette elettroniche al mese.