Nel variegato mondo calcistico che appassiona sempre più i tifosi di ogni latitudine, una delle figure cruciali è l’arbitro. Come il giovane calciatore ambisce a mete sempre più importanti anche l’arbitro sogna, un giorno, di calcare palcoscenici di prestigio. L’arbitro per far carriera deve iniziare da campetti di provincia, a volte impervi e polverosi, per progredire in base a bravura e volontà.
Difficile passione quella del direttore di gara perché, specie nei dilettanti o nelle giovanili, s’imbattono con realtà ostili ed incivili. Sovente sono costretti a dirigere in assenza di forza pubblica o di tutela personale, ciò dovuto a negligenza di chi dovrebbe garantire la loro incolumità.
Un arbitro potrebbe rifiutarsi di dirigere in assenza di tutori dell’ordine ma è difficile che lo faccia per orgoglio, passione e buona fede. Ci vorrebbe quindi maggior civiltà e buon senso da parte di dirigenti e spettatori, sovente familiari dei calciatori. Si assistono, invece, sempre più spesso, ad episodi di intolleranza, ostilità e prepotenza nei confronti di giovani che potrebbero essere loro figli. Atteggiamenti che vanno censurati, condannati ed isolati perché anche il giovane arbitro ha diritto coltivare la sua passione.
Costoro si allenano per migliorare e crescere tecnicamente, nessuno vorrebbe sbagliare, gli errori fanno parte del gioco ma soprattutto della vita. Chiunque può commettere errori perché l’arbitro dovrebbe essere perfetto in campo ? I calciatori a volte fanno errori inopinati. Invece alla prima giocata buona o dopo una rete gli viene perdonato tutto: l’arbitro al primo errore resta marchiato per l’intera gara e sovente gli allenatori, delle categorie superiori, nascondono le loro manchevolezze dietro la frase di rito: “L’arbitro ci ha penalizzati” oppure: “Arbitraggio scandaloso”.
La cosa grottesca però è che simili frasi s’inizia i a sentire anche nelle categorie giovanili ! Solo gli stolti però possono credere a simili stupidità. L’invito pertanto è quello di aiutare gli arbitri di calcio, specie quelli più giovani, a dirigere con serenità ed interagire con educazione, rispetto e civiltà. Guardiamo più le nostre squadre o i nostri figli, se calciatori, lasciamo in pace gli arbitri: dagli spalti è facile giudicare.
Invitiamo i dirigenti calcistici, specie quelli seduti in panca, ad essere meno arroganti e prepotenti. Inutile mettere pressione ai propri calciatori, giocano meglio senza la loro ingombrante presenza. Aiutiamo gli arbitri a migliorare, divertirsi e coltivare il loro sogno: dirigere nel calcio che conta.
Annibale Nuovanno