Si tratta di un atteggiamento gravissimo e ingiustificabile da parte dell’attuale management della Società.
La legge 15 del 2013 impone a Sviluppo Campania il riassorbimento nei propri organici dei lavoratori delle società partecipate della Regione Campania, oggi in liquidazione. Questi lavoratori operano da anni nel campo dello sviluppo economico, dell’attrazione di investimenti, dell’accompagnamento alle imprese. Con il loro lavoro, hanno permesso investimenti per milioni di euro in aree di crisi industriale e la realizzazione di importanti programmi comunitari, nazionali e regionali.
Nonostante la legge 15 e il piano industriale prevedano di ricorrere alle professionalità già esistenti nelle società partecipate in liquidazione, a cominciare da Tess, i cui dipendenti sono in cassa integrazione da 16 mesi, e da Campania innovazione, il cui destino è assolutamente incerto, Sviluppo Campania continua a emanare atti di segno contrario. Prima contrattualizza nuovo personale in modo clandestino, poi emana l’ennesimo bando per una short list rivolto, come è costume in questa regione, ai “soliti professionisti”, in modo da poter scegliere senza alcuna forma di controllo chi deve o non deve lavorare.
Le organizzazioni sindacali ritengono inaccettabile questo comportamento. Si tratta di un’evidente forzatura tesa a precostituire uno stato di fatto prima della validazione del piano industriale presentato dalla giunta regionale.
Le organizzazioni sindacali e i lavoratori chiedono il ritiro immediato del bando e la convocazione ad horas del tavolo di confronto sul piano industriale, così come assicurato dall’assessore Nappi.
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