Moderato dal giornalista Cristian Fuschetto de Il Denaro (che ha curato la ristampa della pubblicazione) l’incontro ha esaminato i vari aspetti sanitari, giuridici e sociali dell’inquinamento prodotto dalla terra dei veleni in Campania. I vari interventi hanno confermato, in particolare, che molte delle analisi contenute nel Libro bianco di circa quaranta anni fa, non sembrano purtroppo ancora oggi superate con l’aggravante del trascorrere inutilmente del tempo. In un articolato intervento denso di dati aggiornati sull’emergenza ambientale, il virologo Giulio Tarro, scienziato di fama internazionale e primario emerito dell’ospedale Cotugno di Napoli, ha tra l’altro, duramente criticato alcuni aspetti del recente decreto sulla terra dei veleni che, in pieno contrasto con le direttive dell’OMS che tendono a conoscere e curare le patologie che rientrano nelle “malattie ambientali” (che non riguardano soltanto il cancro, ma anche quelle legate alle malformazioni), vengono drasticamente ridotti i costi di gestione della spesa sanitaria che andranno a gravare sulla cura tardiva di malattie tumorali ed epidemiologiche.
Tali malattie, diagnosticate in ritardo, necessiteranno cosi di cure medico-sanitarie più costose di quelle attivate in via preventive. Tarro ha quindi rivolto un invito alle istituzioni e alle comunità locali ad anteporre la bonifica delle coscienze a quella dei territorio se realmente – ha detto – si vogliono evitare nuove vittime di questa emergenza. Sui processi tecnici legati a questa emergenza si è anche espresso l’ambientalista Giorgio Nebbia, professore emerito dell’università di Bari che ha inviato al convegno un suo contributo nel quale, tra l’altro, ribadisce che il corretto smaltimento di rifiuti e scorie è oggi possibile, conoscendone la provenienza e la composizione chimica e fisica, mediante processi, peraltro ben noti, capaci di neutralizzare le nocività e di trasformare anzi i rifiuti in una risorsa economica. La necessità di intensificare il ruolo delle leggi tributarie e di spesa nella tutela dell’ambiente nell’ambito di uno sviluppo equilibrato e sostenibile è stata poi sostenuta, in particolare, da Andrea Amatucci, professore emerito di diritto tributario nell’università Federico II di Napoli.
Negli anni, ricercatori e docenti – ha ricordato nel suo intervento Gherardo Mengoni, ingegnere e ambientalista – hanno condotto analisi e ricerche che ancora oggi fanno scalpore ma che non hanno mai trovato adeguata attenzione da parte delle istituzioni regionali e locali. L’intrecciarsi degli eventi, la confusione delle norme tardive e talvolta contraddittorie, l’ingerenza malavitosa e la complessità della materia – ha osservato Mengoni – hanno fatto scaturire provvedimenti e scelte, accuse e processi, incriminazioni e arresti non sempre giustificati.
Alcune proposte operative per affrontare concretamente l’emergenza ambientale in Campania sono state poi indicate dal gen. Aldo Galietta, per anni impegnato in ruoli investigativi nella terra dei veleni. In particolare l’ufficiale ha sollecitato la costituzione di consorzi tra comuni interessati (non oltre 10), l’esecuzione costante di interventi di termometria area per l’individuazione delle aree, il coinvolgimento delle Asl locali per l’accertamento di malattie correlate nelle aree inquinate.
Giuseppe De Girolamo