I Verdi con Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli dichiarano guerra al neosindaco Nando Uliano su quello che, da Pompei e in tutta Italia, è diventato il caso Marmo a seguito della nomina ad assessore alla legalità per l’ex magistrato del caso Tortora.
Il deputato Mara Carfagna, con un editoriale pubblicato sul quotidiano online da lei diretto,Think News ha scritto: “Il neo nominato assessore alla legalità del comune di Pompei Diego Marmo sembra esigere oggi il diritto all’oblio per quella storia con cui in alcuni lo ricordano: essere stato il pm di udienza del processo di primo grado contro Enzo Tortora e avere chiesto la sua condanna a dieci anni e sei mesi definendolo “un cinico mercante” di morte.
C’è solo un particolare che stona in questa richiesta: sarebbe più facile dimenticare la sua requisitoria del primo luglio 1985 se solamente Diego Marmo, che non è un privato cittadino ma una persona che si appresta a assumere per nomina un importante incarico politico, assessore alla legalità a Pompei, avesse mai chiesto scusa per quel gravissimo errore. Un errore che, è bene ricordarlo, provocò enormi sofferenze a un cittadino inerme e innocente che poi a questa storia non sopravvisse, essendo morto di cancro solo tre anni dopo la conclusione di quel tragico processo di primo grado. Che per fortuna altri magistrati in appello e in Cassazione capovolsero completamente nel verdetto”.
“Non condividiamo la posizione dell’esponente forzista. Le scuse – dichiarano Francesco Emilio Borrelli dell’esecutivo nazionale dei Verdi e Gianni Simioli che hanno lanciato una vera e propria campagna di mobilitazione e sdegno popolare sulla vicenda – se Marmo le voleva dare veramente poteva porgerle allo stesso Tortora o alla famiglia da anni. Farle adesso per evitare polemiche sulla sua nomina da assessore apparirebbero a nostro avviso “false” e “opportunistiche”.
Noi riteniamo che innanzitutto il neo sindaco Ferdinando Uliano deve spiegare pubblicamente il motivo per cui ha scelto questa persona assessore alla legalità. Ci deve spiegare i motivi di questa decisione a nostro avviso assurda e inaccettabile per quello che Marmo ha rappresentato e rappresenta nella storia della giustizia italiana e della legalità. Il caso Tortora, ha dichiarato in queste ore Diego Marmo, rappresenta “solo un episodio della mia vita”. Non è così per tanti italiani.
Quel caso rappresenta secondo noi una ferita che ancora non si è rimarginata e per i cui errori nessuno ha pagato se non l’innocente Tortora. Per questo confermiamo il nostro flash mob silenzioso fuori al comune se il Sindaco non ritornerà sui suoi passi”.