Troisi aveva ragione. Non vale la pena ripartire da zero, molto meglio conservare quanto di buono si è fatto in precedenza. Lui stabilì, nel film che tuttora vanta il record di permanenza nelle sale cinematografiche italiane (più di 600 giorni di programmazione continua) di ripartire da tre, da cui appunto il titolo “Ricomincio da tre”. San Giorgio a Cremano ha deciso, venti anni dopo la sua incolmabile perdita, di ripartire dai libri. La Prima fiera editoriale della sua città Natale ha preso, infatti, chiaramente ispirazione dal suo figlio prediletto e ha intitolato l’attesissimo evento “Ricomincio dai libri”. In fondo le parole sono sempre tre e tre, quasi come se vi fosse un raccordo magico ad unire la fiera e colui al quale è dedicata, sono anche le associazioni culturali promotrici della manifestazione.
Si tratta di Librincircolo, ormai già dal 2005 impegnata a Napoli – dove ha sede (Via di Niso) – e in tutta la sua provincia a esportare la sua incrollabile passione per il mondo della scrittura e delle sangiorgesi Arenadiana e La bottega delle parole, che dal 2011 cercano, nonostante le numerose difficoltà territoriali, di diffondere la cultura e la passione dei libri e dell’arte in generale. Una comunione d’intenti che ha trovato il suo esito più felice proprio nell’organizzazione della fiera in programma per settembre. Si tratta di un impegno davvero rilevante, se si pensa che mai nella provincia napoletana è esistita una kermesse dedicata nello specifico al mondo dei libri. Lo stimolo, però, ad avventurarsi in un’impresa che avrebbe potuto avere del titanico è arrivato agli organizzatori dalle riflessioni svolte in più d’una occasione sulle difficoltà di tante piccole e medie case editrici, alcune anche storiche, ad affrontare il periodo di crisi che sta attraversando l’Italia intera, in tutti i suoi settori economico-industriali.
La crisi, infatti, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno può essere un ulteriore incentivo a tirare fuori da sé il meglio possibile, quasi in una sorta di selezione darwiniana post-litteram, dove solo chi riesce a rimboccarsi le maniche e a far prevalere la forza delle idee a quella degli interessi, è in grado di restare in piedi con lo sguardo fisso verso il futuro. Ma il futuro, proprio come un libro, non è una linea del tempo, è un intreccio continuo col presente e col passato e solo coloro che sanno conservarne gli elementi positivi sanno anche da cosa ricominciare. Troisi aveva ragione.
Michele Di Matteo