Bagnoli abbandonata dalle istituzioni e tradita dal sindaco de Magistris

Bagnoli oggiSognando Bagnoli Futura subendo Bagnoli “attuale”: questo il triste slogan ormai diffuso tra i residenti di un’area urbana abbandonata a se stessa dalle istituzioni e tradita dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris in modo talmente miserabile da rasentare il grottesco.

Il degrado che soffoca Bagnoli è così esteso e ramificato da testimoniare l’implosione di un sito già  in passato devastato da scellerati insediamenti industriali.

Bagnanti tra i rifiuti con bagnini abusivi che noleggiano lettini e ombrelloni sotto gli occhi indifferenti delle forze dell’ordine che regolarmente transitano sul posto in servizio radiomobile.

E’ sconcertante costatare la rassegnazione della gente che pur di trovare riparo dall’afa estiva non esita ad immergersi in acque non balneabili, abbronzandosi su spiagge o scogliere infestate da blatte , ratti e rifiuti di ogni genere. Non è bastato evidentemente all’amministrazione comunale umiliare le risorse di una città dai natali celeberrimi sotto il profilo sia storico che culturale, non è apparso evidentemente sufficiente lo sfacelo in cui versano arterie principali e reperti archeologici inestimabili: a penalizzare ulteriormente i cittadini il più disarmante lassismo adottato da chi è palesemente indegno di rappresentare pubblicamente la città.

Bagnoli è stanca di subire poteri paralleli, infiltrazioni mafiose e interessi massonici sempre presenti a monte dei grandi interventi pubblici. Un perimetro urbano a cui è stato per troppo tempo tolto “ossigeno” da imprese altamente inquinanti, sfruttato e lasciato in balia degli eventi da manager senza scrupoli meriterebbe ben altra attenzione da parte di chi si pavoneggia al contrario solo in eventi mondani ostentando platealmente la “fascia tricolore”.

Non si può restare in silenzio, ignorare la  quotidianità in tutta la sua drammatica realtà se non altro nel rispetto della sana informazione che mai dovrebbe lasciare il posto alla strumentalizzazione politica dei “fatti”.

Alfonso Maria Liguori

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