Correva l’anno 2010 quando, dalle pagine di questo giornale, denunciammo l’esistenza di una grande discarica abusiva nei pressi dei boschi di Quisisana, lungo la via Giusso che porta al Monte Faito.
In una zona ad alto rischio di dissesto idrogeologico, era stata sversata illegalmente una impressionante quantità di rifiuti edili.
Questo accumulo altamente instabile gravava, come la spada di Damocle, sul centro antico della città. La denuncia suscitò forte preoccupazione e indignazione, le indagini che seguirono, condotte dalle forze dell’ordine, portarono al fermo di alcuni autotrasportatori che si accingevano a depositare nottetempo il loro carico di rifiuti.
Nei successivi 4 anni, dal 2010 ad oggi, di questo cuneo artificiale, fatto di mattoni, piastrelle, blocchi di tufo, pezzi di guaine bituminose, asfalto, misti a suppellettili ed elettrodomestici dismessi, non si è più parlato. La pubblica amministrazione, in assenza del clamore mediatico, si è ben guardata dal bonificare l’area e, affidandosi alla buona sorte, ha lasciato che tra i rifiuti lentamente crescesse l’erba a ricoprire il tutto.
Il tempo però è inesorabilmente trascorso e, come previsto nel precedente articolo, il costone anno dopo anno sta lentamente franando portando verso il basso la discarica e parte della strada – magari con le prossime piogge autunnali avremo una “bella” e disastrosa frana.
Questo fatto, di per sé molto inquietante, è ulteriormente aggravato dalla riapertura abusiva dell’immondezzaio. Da alcuni giorni camioncini pieni di materiale di risulta, le stesse schifezze del 2010, hanno ripreso i viaggi della morte.
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt