Un incontro, promosso tra gli altri da Antonio Renzullo e Salvatore Piro, teso a sgombrare il campo dalle notizie degli ultimi giorni sulla mancata volontà dell’amministrazione a tenere in città gli uffici del presidio di giustizia: “Ci siamo trovati in questi ultimi giorni – afferma il sindaco, Ciro Borriello – nel bel mezzo di un balletto di cifre, con costi che sono passati dagli iniziali 40mila euro l’anno a ipotesi di gran lunga superiori, anche vicino al milione di euro annui. Sulla scorta di questi dati, ci siamo messi al lavoro per comprendere la reale portata dei costi a carico dell’ente in caso di decisione positiva sul mantenimento degli uffici. Purtroppo però i tempi sono decisamente ristretti sia per queste verifiche, sia per l’individuazione del personale eventualmente disposto a essere impiegato presso l’ufficio del giudice di pace”.
La scadenza per rispondere al decreto legislativo è infatti fissata per il 28 giugno. Pochi giorni per poter prendere una decisione tanto importante, specie per un’amministrazione parzialmente insediatasi da due settimane e priva ancora dell’organismo preposto (il consiglio comunale) agli atti legati alle spese dell’ente. Per questo motivo nelle prossime ore il sindaco farà partire una richiesta al Ministero della Giustizia per chiedere una proroga di sei mesi sul termine ultimo previsto dal recente decreto ministeriale: “In questo lasso di tempo – conclude Borriello – avremmo chiari i reali costi legati al mantenimento del giudice di pace e al contempo avremo compreso con esattezza quante unità del nostro personale dovranno essere utilizzate per l’eventuale nuova funzione. Informazioni indispensabili per poter prendere una decisione compiuta”.