A Scampia i funerali di Ciro Esposito

“In 53 giorni la mamma di Ciro ha insegnato a un intero popolo come comportarsi”, ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenuto a Sampia ed ha concluso dicendo: “Sessanta milioni di persone hanno ricevuto da lei lezioni di vita”.

Una folla composta ha partecipato al dolore della famiglia di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano morto dopo 52 giorni di agonia. In piazza Grandi Eventi a Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli, si sono tenuti alle 16,30 i funerali con rito evangelico. Il feretro ha lasciato la camera ardente portato in spalla dai tifosi del Napoli. Un lungo applauso della gente, assiepata ciro 3sulla piazza, ha la bara che ha attraversato le strade del quartiere per raggiungere piazza Grande Eventi. Amici e parenti hanno intonato “Ciro, Ciro” tra la grande commozione dei presenti, soprattutto dei giovanissimi. Moltissime le persone in lacrime. Davanti al carro, scortato dalla Polizia Municipale di Napoli, palloncini e striscioni bianchi e azzurri. In prima fila i familiari, distrutti dal dolore, ma sorretti dall’affetto di tanta gente comune. Molti i cuscini e le corone di fiori, tra cui quelli inviati da altre tifoserie. A Napoli anche le delegazioni delle tifoserie di Genoa, Catania e Siena, Lazio, Fiorentina e Borussia Dortmund. Sul gazebo realizzato per celebrare la cerimonia, uno striscione su cui campeggiava la scritta ‘Sempre con noi’. La piazza dei grandi eventi a Scampia ha cambiato nome. Al suo posto i tifosi hanno sistemato una targa con la scritta “Piazza Ciro Esposito”.

“Ragazzi, non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta. Allo stadio portate bandiere e fischietti, non spranghe. Momenti come questo non si devono ripetere in nessuna città italiana” ha detto il pastore evangelico che ha celebrato le esequie. “A Napoli c’è più bene che male. Ragazzi non siate animati da sentimenti di odio e di vendetta, momenti così – ha concluso il pastore – non accadano in alcun posto di Italia”.

“Ciro, continua a vivere nelle cose che ti facevano sorridere – ha detto la fidanzata del ragazzo scomparso, Simona -La nostra vitafidanzata mamma prosegue, io sono dietro l’angolo”. Simona ha poi continuato dicendo “Basta con la violenza perché così Ciro lo uccidete due volte. Non è stato Dio a fare questo – ha concluso Simona – è successo a causa di coloro che non hanno Dio nel cuore”.

“Ringrazio tutti quelli che ci sono stati vicino. In ogni persona vive una parte di mio figlio Ciro. Abbiamo pregato tutti i giorni e in quel momento è scesa la pace. Ciro aveva mille motivi per bestemmiare il nome di Dio, ma lo ha pregato e glorificato. Io ancora oggi ringrazio Dio per come ci ha accompagnato in questi giorni, per la forza che ci ha dato. Ciro gode già della gloria di Dio. ora tocca a voi: sarete il nostro orgoglio”. Così la mamma di Ciro Antonella Leardi.

Accanto alla famiglia, sul palco, anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che è ritornato sulla mancata garanzia dell’ordine pubblico “perché anche chi non ha garantito l’ordine quel giorno a Roma paghi insieme all’assissino di Ciro”.

Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, ha invece sottolineato quanto questa tragedia debba servire affinché “… possiamo cambiare tutti per Ciro. Lo dobbiamo allo sport, ma soprattutto a Ciro”.

piazza ciro espositoTra i politici presenti per omaggiare il giovane tifoso anche il senatore Enzo Cuomo. “Ciro è morto ma profuma di vita. Quella notte – ha aggiunto Cuomo – una parte di Stato non ha fatto lo Stato e chi ha sbagliato deve andare a casa”.

“Quando muore un giovane – ha invece sottolineato il cardinale Sepe – muore sempre una parte della città, perche’ viene a mancare un tratto della sua giovinezza. E quando una vita, come quella di Ciro Esposito, è recisa dalla violenza ciò che resta è un dolore cupo che sembra sbarrare le porte a ogni tipo di speranza”.

Presente alle esequie anche il presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis: “Quella sera del 3 maggio Ciro era già morto, perché era morto il calcio e lui lo rappresentava venendo a Roma, difendendo un pullman pieno di bambini e di famiglie”.

“Proviamo un dolore immenso”, hanno detto il calciatore del Napoli, Lorenzo Insigne e Gianluca Grava, responsabile delle giovanili del club azzurro anche loro in Piazza Grandi Eventi a Scampia. Insigne ha poi poggiato una maglia del Napoli sulla bara.

Luca Taviani, imprenditore milanese, è andato alla camera ardente per raccontare ai napoletani chi era Ciro. Il ragazzo aveva lavorato per lui. “Insieme abbiamo girato l’Italia. Il suo pensiero fisso era il Napoli. Sono milanista e mi prendeva in giro. Era orgoglioso di essere di Scampia”.

Tra i tifosi commossi che si sono succeduti nell’omaggiare la salma di Ciro, ha attirato attenzione  il saluto di Genny De Tommaso, detto ‘a carogna, che la sera della finale di Coppa Italia all’Olimpico era a capo della Curva nei concitati momenti successivi agli incidenti.

In piazza a Scampia anche Eugenio Bennato, Nino D’Angelo che ha cantato l’inno del Napoli e don Luigi Merola.

”La Fifa e tutto il mondo del calcio si stringono a voi per la tragica scomparsa di Ciro, ragazzo dal cuore grande, che aiutando altre persone ha perso la sua vita”. Comincia così una lettera di cordoglio che il presidente del calcio mondiale, Joseph Blatter, ha inviato ai familiari di Ciro.

 

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