Sfratto CISP: la polemica continua

DSCN9982Nato da una convenzione stipulata fra la Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli ed il Comune di Pompei, il Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani (CISP), che  si propone la formazione di studenti e studiosi italiani e stranieri al fine di accrescere la conoscenza delle antichità di Pompei e del suo territorio, da due anni  è ospitato nel Palazzo Comunale di Pompei. Qualche giorno fa è giunta, da parte del Sindaco Nando Uliano, una lettera di sfratto a 20 giorni.

Il prof. Umberto Pappalardo, archeologo di fama mondiale, docente di Archeologia all’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e Direttore del CISP, riflette sul danno che ne deriverà alla città di Pompei.

“Un Centro di Ricerca Internazionale, gestito a titologratuito dall’Università a favore della Comunità cittadina (con convegniuniversitari, masters, conferenze di personalità della cultura  italiani e stranieri), che viene messo alla porta, costituisce una grave perdita per la Città. Non dimentichiamo che il “Fondo Maiuri”, che costituisce una parte documentaria notevole per la stessa storia della Città di Pompei, è tanto importante che è stato oggetto di vincolo per “eccezionale interesse nazionale” da parte della Soprintendenza Regionale della Campania.Continueremo a chiamarci Centro Studi Pompeiani ma saremoaltrove, quasi una beffa in un momento in cui l’attenzione internazionale èconcentrata su Pompei, e Pompei viene inondata da un mare di soldi!”.

Riuscire a lasciare i locali nei termini assegnati dall’Amministrazione Comunale, ovvero 20 giorni, è quasi impossibile.

“Si tratta di un Fondo soggetto a vincolo da parte del Ministero per i Beni Culturali –  continua il Direttore Pappalardo – per cui devono essere date della garanzie di incolumità sia da parte dell’Università che del Comune. Oggetti di valore storico, per giunta delicati, per i quali va garantito non solo un adeguato  trasporto, ma anche l’assegnazione di una sede idonea (in termini di dignità e  di sicurezza) per la quale anche la Soprintendenza Archivistica dovrà dare la sua approvazione.Motivo per cui anche l’offerta fatta dal Sindaco Uliano di trasferirci nell’ex Ostello della Gioventù alla periferia di Pompei in Contrada Civita Giuliana (inun triangolo di campagna compreso fra Pompei, Boscoreale e Torre annunziata) non sta in piedi ! La struttura edilizia non è organizzata contro i furti ed anche se ora vi è allocata la Polizia Provinciale, questi non fanno servizio  notturno. E’ una zona che di sera diventa da coprifuoco con passeggio di  prostitute e inseguimenti di volanti. Io i miei studenti e studentesse là sopra non ce li porto ! Anche io sono un padre e devo stare tranquillo. Anni fa eravamo allocati proprio lì con il nostro Centro e due professori giapponesi che vennero a farmi visita intorno a mezzogiorno (quindi in pieno sole) furono aggrediti a sangue da due delinquenti che furono individuati ed arrestati il giorno  stesso. Mi telefonò il Questore pregando di porgere le sue scuse e aggiungendo  che in una città turistica come Pompei non si poteva consentire questi episodi che sarebbero ribaltati sulla stampa internazionale”.

Tanta rabbia e tanta amarezza, dunque, per quello che sembra essere l’ennesimo schiaffo alla Cultura nella città di Pompei.

Da parte sua, il Comune risponde con un comunicato stampa.

“La decisione di trasferire in altri locali le realtà che occupano a titolo gratuito il secondo piano di Palazzo de Fusco è stata dettata solo ed esclusivamente da considerazioni di carattere economico. Se da un lato, infatti, la precedente amministrazione ha fatto spazio nel palazzo comunale ad un centro studi, ad una biblioteca di cui pochissimi cittadini conoscono l’esistenza e a un ristorante/punto di ristoro in merito al quale esiste controversia legale, dall’altra paga migliaia di euro al mese, oltre diecimila, per il fitto di locali destinati ad ospitare gli edifici comunali. Abbiamo in grande considerazione la cultura e siamo già al lavoro per l’individuazione di nuovi locali presso i quali ubicare non solo il Centro Studi diretto dal dottore Pappalardo, ma un’intera biblioteca comunale con tanto di caffè letterario e sala wi-fi di cui potrà, finalmente, usufruire l’intera comunità pompeiana”.

Questo è quanto, per il momento. Ma la vicenda sicuramente non finisce qui. Staremo a vedere.

 Agnese Serrapica

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano