L’ultimo “Super Mario” rimasto in Brasile invade il campo e ricorda Ciro Esposito

il FalcoLa solita maglietta da Superman, ma questa volta con l’aggiunta di due messaggi: “Save Favelas Children”, per i bambini delle favelas brasiliane, e in onore di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto in seguito agli scontri prima della finale di coppa Italia, “Ciro vive”.

Autore del plateale gesto è sempre Mario Ferri, 27 anni pescarese soprannominato ‘il Falco’, che scavalca i tabelloni pubblicitari e si lancia un una calma corsetta per tutto il campo all'”Arena Fonte Nova” di Salvador dopo 16′ di Belgio-Stati Uniti, ultimo ottavo di finale dei Mondiali. L’ultimo “Super Mario” restato in Brasile saluta qualche calciatore e mostra le scritte, poi è preso in custodia dagli addetti alla sicurezza che lo hanno portato fuori.

Poco dopo l’uscita forzata dal campo, Mario Ferri è stato contattato dal programma di Rai Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’.

“Mi stanno arrestando, non vi posso parlare”, ha detto l’invasore, che poi ha subito attaccato il telefono. Poco dopo però, la redazione del programma ha ricevuto un altro messaggio dal ‘Falco’ Ferri: “Adesso mi stanno arrestando, volevo far vedere una maglia su cui c’era una scritta Save Favelas Children e Ciro Vive, dedicata al popolo brasiliano che soffre ed alla prematura scomparsa di un ragazzo innocente”.

Ad un successivo tentativo di contatto, sempre da parte della trasmissione radiofonica di Radio Due, il ‘Falco’ ha risposto: « Sto davanti a 50 poliziotti, tutti gentilissimi, ho detto che era mia madre per rispondere. Mi stanno arrestando, dicono che ho commesso un paio di reati.

Come sono entrato? Ho preso un accredito da fotografo a bordo campo e al momento giusto sono entrato. Sto facendo un reportage fotografico sulle favelas, per un giornale italiano, per questo avevo l’accredito. Quando mi sono tolto la maglietta e ho fatto vedere quella di Superman, ho visto che una steward mi guardava male e sono entrato in campo. Ho anche un accredito per disabili per entrare a Olanda-Costa Rica. Sarebbe il colmo se tra 4 giorni riesco a rientrare in campo».

La bravata brasiliana è solo l’ultima di una lunga serie di invasioni che sono costate a Mario Ferri anche il carcere e poi i domiciliari nel 2011. Del resto il ‘Falco’ sarebbe tutt’ora e fino al 2018 sottoposto al divieto di mettere piede in uno stadio.

Al Mondiale 2010, in Sudafrica, aveva invaso il campo durante la semifinale Germania-Spagna. Nel novembre 2009 era andato in mondovisione durante l’amichevole Italia-Olanda, quando consigliò al ct Marcello Lippi di convocare il suo eroe Antonio Cassano, Lippi non lo ascoltò.

Altre fantasiose iniziative durante il match di campionato Sampdoria-Napoli, quando abbracciò il suo idolo Fantantonio. Qualche mese dopo fu protagonista di altre tre invasioni, durante Real Madrid-Milan di Champions League, Inter-Mazembe (Mondiale per club ad Abu Dhabi) e Barcellona-United (finale di Champions a Wembley). Questa volta la presenza di alcuni marchi sulla maglia sua fa pensare che la corsa sul tappeto verde al Mundial brasiliano sia stata sponsorizzata, così come avvenne per quella in Sudafrica.

In ogni caso oggi si riparla di Ciro Esposito, un giovane “innocente” come sottolineato anche da Ferri, morto per quella che è una mutazione dello sport del calcio, per mano di quanti si professano amanti dei loro colori e del pallone e invece restano solo dei criminali imbecilli che hanno macchiato quella che doveva essere una festa dello Sport.

IdN

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano