I due custodi in servizio il 4 marzo 2013, notte del tremendo rogo che distrusse il museo di Coroglio, avrebbero dovuto effettuare l’ultimo controllo alle 22.20. Ma Paolo Cammarota si sarebbe offerto di svolgere l’ispezione alle 21.20, pochi minuti prima che si sviluppasse l’incendio. Ricordiamo poi che il divampare delle fiamme non fu segnalato dagli addetti ma da alcuni pescatori che si trovavano poco distanti dalla spiaggia. A quanto pare Paolo Cammarota si era offerto di eseguire da solo gli ultimi controlli agli accessi e ai locali della struttura. Sul registro però avrebbe annotato un orario diverso: un’ora più tardi rispetto a quella della reale ispezione dell’ispezione e quindi in linea con quanto programmato dai turni di vigilanza. Questi gli elementi principali che hanno indotto i magistrati della procura di Napoli a mettere sotto inchiesta il 38enni addetto alla sorveglianza della Città della Scienza. Il custode, per ora l’unico iscritto sul registro degli indagati è indiziato di incendio doloso. I pm Michele del Prete e Ida Teresi sospettano che possa essere proprio lui ad aver appiccato le fiamme quella sera, con l’aggravante dell’art, 7, ovvero di aver agito per il raggiungimento di finalità mafiose. Secondo alcune indiscrezioni, gli inquirenti starebbero verificando presunti collegamenti tra l’indagato ed esponenti della malavita della periferia occidentale di Napoli.