Immobili e quote societarie, fino a un massimo di 500 milioni di euro, quelle che a fine maggio erano state sequestrate agli armatori accusati del fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione.
Ora il tribunale delle imprese di Napoli non ha confermato il sequestro dei beni posti.
Quei beni riconducibili agli armatori torresi finiti sotto processo per il crac della compagnia che ha creato una voragine finanziaria coinvolgendo e rovinando tanti piccoli investitori apparterrebbero a società e trust con sede all’estero e quindi fuori dalla competenza del tribunale partenopeo.
La notizia “incompetenza del tribunale napoletano” è stata appresa dal comitato dei creditori che, attraverso il presidente Pino Colapietro, fanno sapere che che non tarderanno a presentare ricorso.
“I giudici ci chiedono di rivolgerci ai tribunali esteri di competenza. Nei prossimi giorni la curatela fallimentare della società di fatto presenterà ricorso”.