Le misure contenute nel Jobs Act vanno a ridisegnare alcune tipologie contrattuali, in particolare i contratti a termine e di apprendistato, riuscendo nella difficile impresa di fare peggio di quanto fosse già stato fatto dalla riforma Fornero del 2012. Questo non è che l’inizio di quella enorme manovra che si pone come primo obiettivo la distruzione delle tutele dei lavoratori. Infatti, gli ulteriori atti che costituiscono il Jobs Act prevedono, per ora, un’ulteriore Legge Delega emanata nei confronti del Governo che dovrà legiferare sul taglio della CIG (Cassa Integrazione Guadagni), nuova forma del “contratto a tutele crescenti” e licenziamenti facili e contro cui spetterà a noi mettere in campo un’opposizione che sia in grado di costruire una forte mobilitazione contro un’idea del mondo del lavoro fatto di mini-jobs e contratti precari sul modello tedesco.
E’ proprio questo uno dei modelli da combattere e che sta riuscendo, in una guerra di posizione che fa dell’Unione Europea la sua prima trincea, a raggiungere sempre più consensi tra le classi padronali in Europa e di cui Renzi e il suo Governo sono i più fedeli rappresentanti. In più, dal primo Luglio scatta il semestre europeo a presidenza italiana dell’UE e, dunque, diventa ancor più necessario avanzare sul piano della lotta e delle rivendicazioni di giustizia sociale dinanzi ad un Governo che, mai come in questo momento, riveste un’importanza non di poco conto nello scenario europeo. Crediamo che sia, invece, il momento di esprimere con determinazione le rivendicazioni a tutela del lavoro, per chi già ce l’ha e per chi ha tutto il diritto di ottenerlo. Sta a noi dare il segnale che nel nostro paese avranno serie difficoltà ad imporre misure di sfruttamento delle nostre vite e delle nostre condizioni lavorative che, dal Sud al Nord Europa, portano ad una sempre maggiore sofferenza quotidiana di un’enorme quantità di proletari e disoccupati. E’ il momento di rivendicare un piano pubblico di rilancio dell’occupazione come il Piano del Lavoro presentato da Rifondazione Comunista, del taglio alle spese inutili come il TAV o come l’enorme investimento per il mantenimento delle truppe militari italiane impegnate in guerre che nessuno ha mai chiesto o voluto. E’ il momento di rivendicare un reddito minimo garantito, unico mezzo per combattere lo sfruttamento, il lavoro nero, il lavoro sottopagato e la negazione delle professionalità e della formazione acquisita.
E’ dunque da queste considerazioni che parte tale iniziativa che, nonostante sia incentrata sul jobs act, vedrà poste come importanti le tematiche riguardanti le lotte per i diritti con un occhio di riguardo al diritto al lavoro, alle condizioni in cui versa il Sud d’Italia e alle vertenze territoriali contro i licenziamenti indiscriminati che stanno colpendo moltissimi operai e lavoratori salernitani. Durante l’iniziativa ci saranno le testimonianze degli ex operai della filtrona-essendea, ex operai dell’ isochimica, operai della Paif e verranno presentati i progetti del “coordinamento di lotta per il lavoro della provincia di Salerno”.
L’evento è così strutturato:
Introduce e modera Rossella Puca (Coordinatrice provinciale GC Salerno, membro Comitato Politico Nazionale Prc).
Interverranno:
-Francesco Ciccariello (Portavoce del coordinamento di lotta per il lavoro della provincia di Salerno);
-Francesco Curcio (Coordinatore Link Fisciano);
-Michele Franco (Rete dei Comunisti);
-Esponenti del “coordinamento dei lavoratori salernitani”;
-Margaret Cittadino (Sindacalista, segrataria Cgil Sanità);
-Roberta Fantozzi (responsabile nazionale Lavoro-PRC).