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Da Unimpresa e CCIAA di Napoli un progetto dedicato agli acconciatori

acconciatoreSi è tenuto presso l’Auditorium della sede di Unimpresa di Castellammare di Stabia, il convegno dal titolo “L’Acconciatore da mestiere a professione”, promosso dall’associazione, con il contributo della Camera di Commercio di Napoli, nell’ambito delle iniziative per la promozione del territorio e l’aggiornamento normativo.
Il progetto ha visto l’attivazione di sportelli informativi per la durata di tre mesi, che hanno erogato assistenza tecnico-legale, amministrative e normative a tutte le aziende interessate nei Comuni di Napoli, Castellammare di Stabia e Pozzuoli.
All’incontro hanno preso parte Raffaele Ottaviano, presidente di Unimpresa Area Metropolitana di Napoli, Vincenzo Longobardi, componente della giunta della Camera di Commercio di Napoli, Francesco Paolo Coda, responsabile dell’Area Fiscale di Unimpresa e Rosario Pirrò, responsabile Sistri e Gestione Rifiuti dell’associazione.
Ottaviano ha evidenziato l’importanza di essere vicini alle imprese, di fornire sempre maggiori informazioni sulle normative in vigore.
“La categoria di settore deve essere tutelata e rappresentata nel modo migliore così che le grandi professionalità non vadano disperse – ha spiegato – avendo nel contempo garantito alle imprese uno strumento di accesso rapido ed agevole alle sempre più stringenti normative emanate, ritenendo necessario la formazione professionale, la promozione di un codice comportamentale per innalzare il livello di qualità del servizio ed offrire maggiori garanzie di professionalità e tutela ai clienti consumatori”.
Longobardi ha portato i saluti del presidente dell’ente camerale di Napoli, Maurizio Maddaloni, evidenziando il ruolo delle Cciaa nell’affiancamento alle imprese, negli aggiornamenti normativi e sottolineando la vicinanza dell’ente anche nel campo del sostegno al credito, attraverso i Confidi.
“Da anni la categoria lamenta sofferenze – è intervenuto Coda – in relazione a due criticità tipiche del settore in quanto caratterizzato da un’elevata incidenza di manodopera: l’Iva sul costo del lavoro e gli oneri contributivi sul personale. I due aspetti sono strettamente interconnessi in quanto sul primo punto la categoria evidenzia che il servizio è caratterizzato da una forte componente di manodopera rispetto al prezzo finale. E, quindi, l’aliquota Iva, oggi al 22%, finisce per essere una tassa sul lavoro iniqua se paragonata ad altre categorie dove è stata adottata una misura di aliquota iva ridotta al 10%. Sul secondo punto è stato richiesto a viva voce dalla base associativa una normativa più snella e meno onerosa per l’assunzione di apprendisti, le “botteghe scuola”, la formazione professionale ed i tirocini formativi. Questi elementi sono tra le ca use fortemente incentivanti del lavoro nero e dell’abusivismo molto diffusi in questo settore. Le proposte più immediate attengono quindi alla necessità di ridurre l’aliquota iva al 10% e maggiore semplicità e facilità di inserimento delle figure professionali attraverso la riforma dell’artigianato e delle forme di formazione professionale”.
Al termine del convegno sono stati divulgati i dati raccolti durante le fasi di sportello territoriale, che hanno totalizzato circa 1500 contatti. I quesiti e le segnalazioni hanno riguardato accesso a credito (17%), confusione normativa (8%), elevato costo del lavoro e lotta all’abusivismo (29%), studi di settore e aliquota iva penalizzante (22%), riconoscimenti professionali (4%), segnalazioni di attività abusive (16%) e un restante 4% di altre voci.

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