Personalmente lo ricordo nei panni della guardia giurata Vito Catozzo nel programma Drive In e nei molteplici personaggi che si inventò in quel felice momento della sua carriera di comico. Una prima fase che gli diede notorietà e che ci fece stropicciare gli occhi quando, smessi i panni del cabarettista, lo ritrovammo sul palco di Sanremo dove giunse secondo con quel suo indimenticabile “Minchia signor tenente”, canzone ispirata alle stragi che uccisero i giudici Falcone e Borsellino in Sicilia.
Ma, uomo dalle mille sfaccettature e dalle altrettanti qualità, Giorgio Faletti ci lasciò nuovamente allibiti quando dovemmo fare, anche i più scettici, i conti con un altro suo amore: la scrittura. Il suo libro “Io Uccido” è entrato nelle classifiche dei triller più venduti di sempre. Anche come scrittore è stato prolifico e di successo, ma la sua vita a metà tra risate, musica, scrittura e spettacolo si è fermata troppo presto a soli 63 anni.
Con lui saluto una parte spensierata della mia giovinezza e saluto un genio dalla presenza, mai ingombrante, che ha accompagnato tutti noi con la sua immensa produzione, anche per tanti artisti e cantanti di grosso calibro, in tutti questi anni.
Gennaro Cirillo