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Scavi, ingresso storico chiuso: è protesta ad Ercolano

Manifesto di protesta a ErcolanoProtestano pubblicamente i commercianti di Ercolano per la chiusura del varco agli scavi in prossimità della vecchia biglietteria. Colpita profondamente l’economia locale da una decisione che evidenzia miseramente i limiti di una comunità che corre ai ripari solo dopo aver subito l’ennesimo danno annunciato. Sono decenni che il settore commerciale a Ercolano è frammentato in tanti piccoli casati, che si fatica a trovare coesione tra le valorose associazioni di categoria impegnate quotidianamente nella difesa di attività troppe volte abbandonate dall’amministrazione comunale e dalle istituzioni competenti.

I turisti giungono numerosi a Ercolano ma per dove questi apportatori di benessere transitino è un mistero : con la chiusura del varco in prossimità delle vecchia biglietteria la situazione è precipitata penalizzando notevolmente l’economia indigena. Cronaca di avvenimenti annunciati : questa l’analisi reale di fatti ben noti in paese e dell’incapacità relazionale manifestata dal comune con la sovrintendenza più volte in conflitto con il governo locale in materia di competenze specifiche. L’inciviltà di una certa parte del popolo ercolanese ha poi “fatto il resto” : basti pensare che i cubi pubblicitari recitanti il logo del MAV ( museo archeologico virtuale) sono stati rimossi perché sistematicamente devastati da vandali e che l’intero perimetro esterno della struttura continua all’imbrunire a fungere, soprattutto nei corridoi laterali, da orinatoio a cielo aperto.

Le realtà sociali produttive e al passo coi tempi si costruiscono nel tempo, con professionalità e capacità manageriali non si improvvisano. La comunità degli scavi meriterebbe ben altra attenzione da parte di chi ha l’onore di rappresentarla pubblicamente dal palazzo di città. Ma si sa a Ercolano paradossalmente tutto si fa perché nulla muti vegetando in un arrendismo che scoraggia i più valorosi imprenditori : il tutto a discapito del futuro dei giovanissimi figli di una terra incapace di offrire alle nuove generazioni quel minimo di vivibilità che le stesse continuano inesorabilmente a cercare altrove.

Alfonso Maria Liguori

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