Abbattimenti: sindaci a Roma per mancata calendarizzazione del ddl Falanga

abbattimentiUn’audizione alla commissione giustizia della Camera per chiedere la calendarizzazione del ddl Falanga sugli abbattimenti. E’ la richiesta dei sindaci del Napoletano che giovedì mattina, insieme ai comitati antiruspe, si sono recati a Roma (in piazza Montecitorio) in segno di protesta. A scatenare questa reazione è stata la scelta di rinviare al prossimo autunno la discussione sul disegno di legge  (primo firmatario il senatore di Forza Italia Ciro Falanga) che, in definitiva, stabilisce una sorta di priorità per le demolizioni, cominciando con gli edifici della camorra e lasciando all’ultimo posto le prime case.

Diversi sono i pullman e i mezzi privati organizzati dagli attivisti, con partenza fissata all’alba dalla città stabiese per raggiungere in mattinata la Capitale. La manifestazione dei sindaci è stata invece decisa al termine di un incontro (al quale anno partecipato anche alcuni consiglieri regionali e parlamentari campani) svoltosi martedì sera a Torre del Greco.  “Spero che la nostra protesta possa dare maggiore incisività alla battaglia ingaggiata dai comitati per fermare le ruspe – afferma Domenico Peccerillo, sindaco di Casola di Napoli che ha raggiunto Roma già ieri pomeriggio -.

Nel nostro territorio sono pochi gli abusi speculativi e, nella maggior parte dei casi, gli abbattimenti delle prossime settimane riguarderanno prime abitazioni. Il nostro auspicio dunque è che tutto ciò possa fermarsi, almeno per garantire il diritto alla casa previsto dalla costituzione”. In questi giorni, intanto, si discute anche della proposta di legge sul tema dell’abusivismo edilizio che il Pd presenterà nei prossimi giorni in Parlamento. Una prima bozza del provvedimento definisce le “disposizioni per la definizione delle istanze con provvedimento formale”: si stabilisce, cioè, che entro il termine perentorio di 24 mesi dalla sua entrata in vigore, siano conclusi tutti i procedimenti in corso relativi a domande di permesso di costruire in sanatoria presentate per i manufatti costruiti fino al 30 marzo 2003. Si tratta tuttavia di una situazione ancora “embrionale”, che soltanto nelle prossime settimane potrebbe diventare più consistente.

“Non possiamo e non dobbiamo arrenderci – afferma Michelangelo Scannapieco, leader di Diritto alla Casa area stabiese e penisola sorrentina -, perché stiamo lottando per una giusta causa. Tutti gli italiani hanno potuto usufruire del condono relativo agli abusi commessi prima del 2003. In Campania questo non è successo – continua – e, per quanto ci riguarda, riteniamo indispensabile riaffermare lo stesso principio di legalità, dando seguito alle due sentenze della Corte Costituzionale che cancellò la legge regionale del 2003. Ci appelliamo dunque al presidente del Consiglio Matteo Renzi, perché non vogliamo essere cittadini di serie B rispetto a chi, al nord e nei territori cosiddetti “leghisti”, ha già avuto agevolazioni su quote latte e in materia edilizia”. 

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