Terme di Stabia: presentata domanda per ammissione fondi Aree di crisi

terme di stabiaTra le centotrentadue istanze di ammissione ai fondi per le Aree di crisi vi è anche quella della cooperativa “Stabiae Terme”, formata da oltre centoventi lavoratori termali. La domanda di ammissione all’avviso pubblico, per attingere ai fondi messi a disposizione per l’area di crisi torre-stabiese nel’ambito del Pac (piano di azione e coesione), è stata presentata in tempo dai termali che nelle scorse settimane hanno scelto di intraprendere una strada alternativa a quella tracciata dall’amministrazione comunale del sindaco Nicola Cuomo per salvare le Terme di Stabia. I fondi sul piatto per l’area di crisi torrese-stabiese (che è stata allargata anche ad altri comuni del Vesuviano fino a quello di Sarno) ammontano ad oltre 14 milioni di euro messi a disposizione per progetti innovativi e programmi di sviluppo imprenditoriale dopo un accordo tra la Regione Campania e il ministero dello Sviluppo Economico.

I termali, che hanno formalizzato la costituzione della cooperativa da un’idea nata su suggerimento del Movimento Cinque Stelle di Castellammare, sperano di attingere a quelle risorse per poter prendere in gestione il complesso del Solaro. Un progetto ambizioso a cui i lavoratori credono e che sta andando avanti anche grazie al lavoro delle competenze tecniche messe a disposizione dal M5S. Intanto si resta in attesa della pronuncia del giudice della sezione Fallimentare del tribunale di Torre Annunziata sul piano di concordato presentato dal liquidatore di Terme Fulvio Sammaria.

Un piano, già bocciato dai “creditori privilegiati” ovvero i dipendenti, che prevede la privatizzazione dei due stabilimenti termali di Castellammare. Ai giudici oplontini i soci della cooperativa hanno già chiesto di ottenere la gestione temporanea delle attività. Ma nelle ultime ore c’è malumore tra i lavoratori visto che per partire con la gestione temporanea occorre la conclusione dei lavori di messa in sicurezza.

Lavori che, finanziati con 669mila euro dalla Regione ed affidati ad una ditta che ha vinto la gara con il 47% del ribasso, ancora non partiti. La preoccupazione dei lavoratori è che se non si riesce a riaprire i battenti sarà a rischio il rinnovo della cassa integrazione, unico sostegno al reddito.

RafCav

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